giovedì 11 febbraio 2021
Di questi, 587 sono scaduti (62,8%) e riguardano oltre dieci milioni di lavoratori, mentre 348 (37,2%) sono ancora in corso di validità
La sede del Cnel a Roma

La sede del Cnel a Roma - Archivio

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I contratti collettivi nazionali di lavoro depositati nell’Archivio nazionale dei contratti pubblici e privati del Cnel, aggiornato al 31 dicembre 2020, sono 935. Di questi, 587 sono scaduti (62,8%) e riguardano oltre dieci milioni di lavoratori, mentre 348 (37,2%) sono ancora in corso di validità. Nel secondo semestre del 2020 si registrano 23 nuovi accordi mai censiti in precedenza. È quanto emerge dal XII Report periodico dei contratti collettivi del Cnel (legge 30 dicembre 1986, n. 936, art. 17) che raccoglie l’elenco degli accordi vigenti, comprensivi delle date di stipula, decorrenza e scadenza, nonché delle parti contraenti.

Per ogni contratto viene indicato il relativo codice Cnel che ne facilita l’individuazione. A giugno 2020 la percentuale dei contratti nazionali scaduti era del 61,6%, mentre i vigenti erano il 38,4%. Sulla base dei documenti depositati in Archivio ed elencati nel Report, risultano presenti 104 contratti con scadenza nel corso del 2020 non ancora rinnovati al 31 dicembre, mentre scadranno ulteriori 148 nel 2021.

Tra i nuovi accordi inseriti nell’ultimo periodo si segnalano quello dei materiali da costruzione, stipulato il 10 novembre 2020, che rinnova, accorpandoli, il Ccnl per i dipendenti delle piccole e medie industrie di escavazione e lavorazione dei materiali lapidei, il Ccnl per i dipendenti delle imprese esercenti la produzione del cemento, della calce e dei suoi derivati e il Ccnl per i dipendenti delle piccole e medie imprese produttrici di laterizi.

Sono stati, inoltre, rinnovati lo scorso 23 novembre 2020, dopo quasi dieci anni, il contratto per i dipendenti dell’Avis e il 16 dicembre 2020 il Ccnl per i lavoratori marittimi del settore privato dell’industria armatoriale.

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