sabato 6 febbraio 2021
I settori produttivi più interessati sono il tessile, l'abbigliamento, la stampa, i mobili e l'edilizia
La ristorazione è tra i settori più colpiti

La ristorazione è tra i settori più colpiti - Archivio

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«A rischio quasi 300mila micro imprese e 1,9 milioni di addetti». È l'allarme lanciato dalla Cgia di Mestre. «Secondo una recente indagine realizzata dall'Istat , sono 292mila le aziende che si trovano in una situazione di seria difficoltà. Attività che danno lavoro a 1,9 milioni di addetti e producono un valore aggiunto che sfiora i 63 miliardi di euro - si legge in un comunicato della Cgia -. Il numero medio di addetti per impresa di questa platea di aziende così a rischio chiusura è pari a 6,5. Stiamo parlando di micro attività che, pesantemente colpite dall'emergenza sanitaria, non hanno adottato alcuna strategia di risposta alla crisi e, conseguentemente, corrono il pericolo di abbassare definitivamente la saracinesca. I settori produttivi più interessati da queste 292 mila attività sono il tessile, l'abbigliamento, la stampa, i mobili e l'edilizia».

Nel settore dei servizi, invece, «si distinguono le difficoltà della ristorazione, degli alloggi/alberghi, del commercio dell'auto e altri comparti come il commercio al dettaglio, il noleggio, i viaggi, il gioco e lo sport - spiega la Cgia -. È evidente che non tutti questi operatori economici chiuderanno definitivamente i battenti, tuttavia con lo sblocco dei licenziamenti previsto entro la fine del prossimo mese di marzo, molti degli addetti di queste attività rischiano di trovarsi senza un'occupazione regolare».

Questi i dati diffusi dalla Cgia in merito al calo di fatturato causato dalla pandemia: agenzie di viaggio e tour operator -73,2%; attività artistiche, palestre, piscine, sale giochi, cinema e teatri -70%; alberghi e alloggi -53%; bar/ristoranti -34,7%; noleggio e leasing operativo -30,3%; commercio/riparazione di autoveicoli e motoveicoli -19,9%.

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