Il Jobs act è "una riforma di retroguardia in Europa". È il giudizio del segretario della Confederazione europea dei sindacati, l'italiano
Luca Visentini, secondo cui in Italia "c'è stata una grande ubriacatura sulla riforma pensando che maggiore flessibilità avrebbe ridotto la disoccupazione, ma il risultato è stato pari a zero, perché a favorire le assunzioni sono stati gli incentivi". "Le politiche di
flexsecurity - ha detto Visentini - possono servire, ma in presenza di una politica economica diversa, fatta di investimenti. In tutti i Paesi dove sono state fatte riforme senza politiche economiche adeguate non si è registrato alcun miglioramento nell'occupazione". "Il tema al centro dell'agenda europea - fa notare il sindacalista - è piuttosto quello della troppa precarietà. Anche il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha detto che il riferimento deve essere il contratto a tempo indeterminato e per il resto solo deroghe motivate". L'impegno dei sindacati europei in autunno sarà allora quello di scrivere con la Commissione europea uno Statuto dei lavoratori autonomi: "L'emergenza del mercato del lavoro europeo sono i lavoratori indipendenti che non hanno capacità contrattuale né protezione sociale. Bisogna intervenire in tempi brevi".