giovedì 5 febbraio 2015
Soddisfatto l'82% dei ragazzi che hanno frequentato gli Istituti tecnici specializzati. Prevalgono i contratti a tempo determinato (32,6%) e di apprendistato ((29,8%). Questi alcuni dei dati presentati dall'Osservatorio creato da Cnos-Fap e Censis.
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Gli Its (Istituti tecnici superiori) sono in rapida evoluzione: dagli iniziali 59 nel 2010-2011 sono arrivati oggi a quota 74; chi li ha frequentati è soddisfatto dell'esperienza fatta (82%) e il 54,8% ha trovato lavoro. Sono alcuni dei risultati dell'Osservatorio sugli Its creato da Cnos-Fap e Censis, presentati oggi a Roma."Abbiamo presentato circa un anno fa il primo rapporto per comprendere come la nuova offerta formativa  degli Its fosse adeguata e accolta da  giovani e imprese - spiega don Mario Tonini, di Cnos-Fap -. Quest’anno, invece, l’Osservatorio del Cnos‐Fap e del Censis si è concentrato sugli esiti occupazionali. Con questa ricerca abbiamo voluto comprendere la qualità del lavoro e le  dinamiche che lo hanno reso possibile, per meglio indirizzare i nostri sforzi di formatori e il  rapporto con il mondo dell’impresa".L'indagine ha coinvolto 41 Fondazioni (che nel primo biennio di attività hanno erogato 52 percorsi formativi) e 518 diplomati. Questi ultimi hanno scelto gli Its soprattutto per trovare un'occupazione (lo afferma il 29,6%). Per raggiungere questo obiettivo, il 22,8% è stato disposto a spostarsi di provincia e il 7,7% anche di regione. Gli ex studenti degli Its hanno spesso un diploma e un'età tra 21 e 22 anni (34,6%), il 21,8% ha superato i 25 anni, e per il 76,1% sono maschi, segno che le vocazioni lavorative tecniche sono ancora poco diffuse tra le ragazze, a meno che non siano legate alla moda, al turismo o ai servizi. I diplomati valutano che il corso ha risposto del tutto (24,4%) o abbastanza (68,9%) alle loro aspettative. E sono molto (28,4%) o abbastanza (54%) soddisfatti dell'esperienza compiuta. Gli occupati al momento della rilevazione erano il 54,8%. Per il 72% di loro quello post-Its è il primo lavoro. Prevalgono il contratto a tempo determinato (32,6%) e il contratto di apprendistato (29,8%). Solo il 17,6% lavora in un settore diverso da quello del corso Its frequentato, mentre il 49% lavora in un'azienda che fa parte della rete di relazioni della Fondazione Its e spesso (43,3%) lavora nella stessa azienda in cui è stato effettuato lo stage. Tutti questi aspetti fanno sì che i giovani si dicano molto (53,7%) o abbastanza (34,5%) soddisfatti del proprio lavoro.Da parte delle Fondazioni è emerso l'impegno a rafforzare le attività finalizzate al collocamento dei propri diplomati, ampliando le realtà imprenditoriali del territorio, allargando il numero dei partner, mettendo a regime un sistema di orientamento e placement ex post autogestito o in accordo con i servizi pubblici per l'impiego. Vorrebbero, tuttavia, un maggiore sostegno da parte del Miur e delle Regioni.Il quadro che emerge dalla ricerca è completato dall'opinione di alcuni datori di lavoro che hanno avuto contatto con i ragazzi appartenenti a cinque settori diversi (meccatronica, moda, agroalimentare, turismo, Ict). Per tutti l'esperienza è stata positiva e considerano due gli aspetti di eccellenza: l'efficacia della formazione teorica integrata con quella pratica e la scelta utilitaristica dei ragazzi che, essendo determinati nel seguire un percorso per trovare lavoro, sono decisamente motivati.
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