venerdì 2 settembre 2011
I deludenti dati sul mercato del lavoro Usa affondano le Borse europee, che bruciano oltre 186 miliardi di euro di capitalizzazione in una sola giornata.
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Seduta ampiamente negativa per Piazza Affari: l'indice Ftse Mib ha chiuso in perdita del 3,89% a 15.060 punti. Milano conquista la maglia nera d'Europa, ma i ribassi sono pesanti anche per le consorelle. L'indice Ftse Mib lascia sul terreno il 3,89% a 15.060,79 punti, dopo aver oscillato tra 15.033,45 e 15.465,44 punti. Pesanti ribassi anche per l'indice All Share che archivia la seduta in ribasso del 3,67% a 15.955,20 punti, mentre lo Star chiude a 9.927,78 punti (-1,89%).I deludenti dati sul mercato del lavoro Usa, che ad agosto non ha creato nuovi posti, affondano le Borse europee, che chiudono tutte in forte calo. Sulla seduta avevano già pesato le indicazioni negative arrivate dall'aumento dei prezzi alla produzione in Europa e dalla crescita della disoccupazione in Spagna, che era calata nei quattro mesi precedenti.Il Dax di Francoforte cede il 3,33% a 5.540,00 punti, il Cac 40 di Parigi il 3,6% a 3.148,28 punti, l'Ibex di Madrid lascia sul terreno il 3,44% a 8.495,6 punti. Limita i danni Londra, con l'Ftse 100 in calo del 2,3% a 5.293,90 punti. L'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio Continente, ha perso il 2,95%, che si traduce in oltre 186 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola giornata.L'ANDAMENTO DEI TITOLIForti perdite anche per Eni. Il Cane a sei zampe lascia il 2,69% a 13,77 euro. Un funzionario del Consiglio nazionale di transizione libico ha affermato che Eni è una delle cinque compagnie che ha rimesso piede nel Paese nordafricano per valutare danni e riavviare la produzione. Ma il presidente del Cane a sei zampe ha precisato da Cernobbio che "non c'è ancora nessuna stima sui tempi" per l'estrazione di petrolio in Libia. Per quanto riguarda il gas, la "ambiziosa" ripartenza è stata fissata per il 15 ottobre. Chiude male la giornata anche Atlantia, nonostante l'accordo raggiunto in Brasile per salire al 60% di Triangulo do Sud, che è titolare della concessione di 442 chilomentri di autostrade a pedaggio nello stato di San Paolo, in Brasile, con scadenza nel 2021. La holding che controlla le autostrade italiane crolla del 4,59% a 10,8 euro.Tra gli altri titoli del Mib si salvano solo Bulgari (+0,08%) e Parmalat (+1,14%). Cadono Generali (-4,82%), Mediolanum (-4,75%), Pirelli (-5,47%), Prysmian (-5,68%), Mediaset (-4,04%) e A2A (-3,03%). In rosso anche la galassia Agnelli, con Fiat che lascia il 4,98% a 4,084 euro. I dati sulle vendite di auto ad agosto hanno mostrato una quota di mercato sostanzialmente stabile in Italia per il Lingotto, al 29%. Chrysler ha registrato invece un balzo delle vendite del 31% negli Stati Uniti rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A Milano una pioggia di vendite colpisce il comparto bancario. Intesa Sanpaolo perde il 4,82% a 1,106 euro. Il consigliere delegato di Ca' de Sass, Corrado Passera, ha dichiarato che la banca non intende cambiare i propri target. "La recessione non è incombente", ha spiegato da Cernobbio. L'altro grande istituto italiano, Unicredit, cede il 5,33% a 0,8975 euro. Ma la maglia nera del paniere principale è Ubi Banca, con un crollo del 6,48% a 2,424 euro. L'agenzia Moody's ha deciso per un taglio del rating a lungo termine dell'istituto, da 'A1' ad 'A2'. In difficoltà anche il resto del comparto, con Banco Popolare (-5,5% a 1,133 euro), Banca Montepaschi (-4,46% a 0,4065 euro) e Popolare Milano (-6,03% a 1,386 euro). Le banche italiane soffrono il pessimo andamento dei titoli di Stato italiani. Lo spread tra Btp e Bund è balzato fino a quota 324 punti base.
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