venerdì 12 luglio 2024
I prezzi del turismo frenano il calo dell'inflazione, che segna un +1,1%. L'occupazione si espande e la dinamica salariale «rimane robusta». Attuazione del Pnrr in linea, ma al Sud è più lenta
La sede della Banca d'Italia in via Nazionale a Roma

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L'economia italiana è continuata a crescere «a ritmo moderato» nel secondo trimestre, dopo il +0,3% dei primi tre mesi dell'anno, spinta dai servizi e in particolare dal turismo con la manifattura che prosegue invece in flessione. È quanto si legge nel Bollettino economico della Banca d'Italia che reitera le stime diffuse lo scorso 13 giugno (nell'ambito dell'esercizio condotto dalla Bce) per il 2024: un aumento del Pil dello 0,6% con una crescita a +0,9% nel 2025 e all'1,1 nel 2026. Dal lato della domanda, prosegue l'espansione delle esportazioni e il recupero dei consumi a fronte di un andamento meno favorevole degli investimenti.

Gli aumenti nel comparto del turismo in Italia sono «nettamente superiori» all'inflazione media dei servizi e contribuiscono a frenare il calo dei prezzi in atto nel nostro Paese che segna un +1,1%, sotto quindi l'obiettivo del 2% della Bce, «anche per effetto della ripresa della domanda, dall'estate del 2022 in Italia l'inflazione relativa alle attività turistiche (alloggi, ristoranti, pacchetti vacanze e trasporti) è stata nettamente superiore a quella media dei servizi». Un divario progressivamente ridotto nei primi sei mesi del 2024, ma che resta ancora positivo.

Le famiglie italiane tornano a consumare, ma ancora con prudenza, dopo il calo del 2023 preferendo anche aumentare i risparmi. Secondo le stime degli esperti di via Nazionale, nel secondo trimestre i consumi delle famiglie, dopo l'inversione di tendenza del primo, sono proseguiti in crescita «seppure a un ritmo ancora modesto». Nei primi tre mesi la spesa delle famiglie era aumentata dello 0,3% grazie al buon andamento dell'occupazione (proseguita in aumento anche in primavera) e della vigorosa ripresa del potere d'acquisto per via del calo dell'inflazione, «ma sono stati frenati dal recupero della propensione al risparmio che, dopo i livelli minimi toccati tra il 2022 e il 2023, ha superato i valori pre-pandemici».

Inoltre nel primo trimestre del 2024 «l'occupazione ha continuato a espandersi» e «la dinamica positiva è proseguita anche nei mesi primaverili». Lo segnala la Banca d'Italia, sottolineando che anche la dinamica salariale «rimane robusta». «A fronte di una partecipazione al mercato del lavoro stabile su livelli superiori a quelli osservati prima della pandemia - osserva Bankitalia - il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso, avvicinandosi a quello medio dell'area. La crescita del costo del lavoro nel settore privato non agricolo si è rafforzata nei mesi recenti, sospinta dai rinnovi contrattuali nel comparto dei servizi e dai pagamenti previsti dagli accordi già in vigore».

Mentre in Italia «il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi previsti dal Pnrr per ogni semestre procede in linea con quanto concordato a livello europe», sebbene «emergano alcune criticità, soprattutto nel Mezzogiorno». Sulla base dei dati più aggiornati delle Casse edili, evidenzia Bankitalia, per il 36% delle gare bandite entro dicembre 2023 era stata avviata la fase esecutiva, i lavori erano conclusi nel 18% dei casi, mentre per il restante 18% risultavano ancora in corso, spesso con ampi ritardi rispetto alle tempistiche stimate. «Lo stato di avanzamento dei lavori - si sottolinea - è più lento nel Mezzogiorno. La maggior parte delle opere pubbliche finanziate o cofinanziate dal Pnrr era collegata alle missioni 2 e 33, che incidono per oltre il 60 per cento sulle assegnazioni e che includono anche progetti già in essere e per i quali il Pnrr ha finanziato il completamento. Gran parte dei bandi, per lo più quelli di dimensione medio-piccola, sono stati pubblicati dalle amministrazioni pubbliche territoriali e in particolare dai Comuni (79%). Le amministrazioni centrali hanno invece gestito solo il 6% delle gare, che però - data la loro maggiore dimensione - assorbono il 41% dell'importo totale. Relativamente alle sole gare gestite dalle amministrazioni centrali per le quali si dispone di informazioni sulle esecuzioni, i lavori aggiudicati e quelli già in corso rappresentavano rispettivamente oltre due terzi e più della metà dell'importo complessivo messo a bando. Lo scorso dicembre il Consiglio della Ue ha approvato la proposta di revisione del Piano da parte dell'Italia, che ha determinato l'introduzione di una nuova missione dedicata agli interventi relativi al programma RepowerEU, al quale sono stati destinati oltre 11 miliardi di euro e il definanziamento parziale o totale di alcune misure, per le quali il dl 19/2024 delinea coperture alternative».

Infine la stretta monetaria continua a incidere sul costo del credito. La flessione dei prestiti alle imprese prosegue, seppure attenuandosi; vi contribuiscono non solo una domanda di finanziamento modesta, per via degli alti tassi di interesse e della debolezza degli investimenti, ma anche criteri di offerta restrittivi a causa della diffusa percezione del rischio, si aggiunge. Sul fronte della Bce, si segnala poi che «in giugno il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha ridotto di 25 punti base i tassi di riferimento. Ha inoltre ribadito di essere determinato a far sì che l'inflazione torni tempestivamente al suo obiettivo di medio termine, mantenendo i tassi su un livello sufficientemente restrittivo fino a quando sarà ritenuto necessario. Il Consiglio continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione monetaria, senza vincolarsi a uno specifico sentiero dei tassi ufficiali».



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