martedì 27 novembre 2018
Il Centro Studi Promotor lancia un'idea per incentivare la sostituzione delle vetture con più di 10 anni di anzianità: «Vantaggi per Erario, sviluppo, ambiente e sicurezza »
Sono almeno 20 milioni le automobili con più di 10 anni di età circolanti in Italia

Sono almeno 20 milioni le automobili con più di 10 anni di età circolanti in Italia

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Un bonus di 2.000 euro, più uno sconto di altri 2.000 euro a tutti coloro che nel 2019 acquisteranno una nuova auto e contestualmente rottameranno un usato di oltre 10 anni. Il tutto, non solo a costo zero, ma con un aumento del gettito per l’Erario e con un impatto positivo sulla crescita del Pil. E’ questa la proposta di nuovi incentivi alla rottamazione avanzata al Governo dal Centro Studi Promotor nella conferenza stampa tenuta oggi a Milano su “La situazione e le prospettive dell’economia e del mercato automobilistico italiano”.

La proposta del Centro Studi Promotor è costruita sulla base dei primi incentivi alla rottamazione che furono in vigore nel 1997 e che ottennero ottimi risultati senza oneri per lo Stato, dato che l’aumento del gettito Iva e delle tasse di immatricolazioni sulle auto vendute in più coprì completamente il costo dell’erogazione del bonus e lasciò all’Erario un maggior gettito netto di 1.400 miliardi di lire (723 milioni di euro). Oltre a ciò vi fu un importante contributo alla crescita del Pil certificato dalla Banca d’Italia che sul suo Bollettino Economico N.30 del Febbraio 1998 scrisse “la domanda di autoveicoli, sospinta dagli incentivi pubblici alla rottamazione, ha contribuito in modo significativo all’espansione dell’attività economica nel corso del 1997. Il contributo all’aumento del Pil può essere stimato intorno a 0,4% punti percentuali”.

Se la proposta del Centro Studi Promotor per il 2019 venisse accolta, il recupero del bonus a carico dello Stato (2.000 euro) sarebbe ampiamente garantito, dato che oggi, secondo l’Unrae, il prezzo medio per l’acquisto di un’autovettura è di 21.020 euro di cui 3.790 di Iva. “La nostra proposta – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – non è motivata dall’esigenza di sostenere le vendite di autovetture perché il mercato dell’auto, pur non avendo ancora raggiunto il livello fisiologico, gode di discreta salute. La nostra proposta è motivata dall’esigenza di supportare gli automobilisti, spesso a basso reddito, che possiedono una vettura di oltre 10 anni di anzianità e che hanno necessità di sostituirla per evitare le limitazioni al traffico imposte per motivi ambientali”.

Mercato 2018 in lieve calo (-2,1%)

Il Centro Studi Promotor ha ufficializzato anche le sue previsioni sull'andamento del mercato. Nel 2018 le immatricolazioni di autovetture in Italia dovrebbero attestarsi intorno a quota 1.930.000 con un lieve calo sull’anno precedente (-2,1%). Il risultato dell'anno in corso arriva dopo le crescite del 16% sia nel 2015 che nel 2016 e dell’8% nel 2017. La mancata crescita del 2018 potrebbe quindi essere frutto di un fisiologico consolidamento della domanda al termine di uno sviluppo pluriennale sostenuto e prima di una nuova fase di crescita. Le immatricolazioni nel 2018 sono state tuttavia penalizzate anche dalla riduzione al ricorso ai chilometri zero, dall’introduzione del nuovo sistema di omologazione WLTP, dal rincaro dei carburanti (maggior spesa per benzina e gasolio per 4,6 miliardi) e dal rallentamento dell’economia italiana che farà registrare una crescita globale dell’1% nel 2018 contro la crescita dell’1,6% nel 2017.

Nel 2019, sempre secondo il Centro Studi Promotor, le immatricolazioni potrebbero chiudere a 1.900.000 auto (-1,6%). I fattori che hanno limitato la crescita nel 2018, secondo il Centro Studi Promotor, saranno in larga misura presenti anche nel 2019. Sui risultati del prossimo anno potrebbero gravare però anche altri elementi ed in particolare uno scenario economico a rischio di recessione, problemi derivanti dal conflitto con Bruxelles sulla manovra 2019 e la dinamica dello spread. “Lo scenario del prossimo anno cambierebbe però radicalmente – ha affermato Gian Primo Quagliano – se venisse accolta la nostra proposta di incentivi alla rottamazione a costo zero che comporterebbe, non solo maggiori vendite di auto, ma anche un benefico impulso alla crescita delle entrate fiscali e del prodotto interno lordo oltre che benefici per l’ambiente e la sicurezza stradale”.


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