Il tema sui consumi reali delle auto ibride plug-in, cioè quelle ricaricabili, è tornato alla ribalta dopo i risultati sui consumi emersi in uno studio condotto dal Fraunhofer Institute for System and Innovation Research di Karlsruhe. Nel report, i dati su consumi ed emissioni delle ibride a batteria sarebbero in media 3 volte superiori ai dati dichiarati tra le auto private, addirittura 5 volte sulle flotte. Il problema, a cui l'UE sta tentando di porre rimedio, risiede nella modalità in cui vengono condotti i test di omologazione delle auto ibride plug-in, che non tengono conto dell'utilizzo reale dell'auto. Per garantire la massima efficienza in termini di consumi ed emissioni, le ibride alla spina devono girare a batteria carica. Altrimenti si comportano come normalissime auto termiche, ma aggravate dal peso degli accumulatori che sulle plug-in può oscillare mediamente tra 150 e 300 kg. La capacità degli accumulatori, ovviamente ridotta rispetto alle 100% elettriche, impone di ricaricarle quotidianamente o quasi. Cosa che non avviene per almeno la metà del tempo di utilizzo, stando al rapporto del 2020 dell'International Council on Clean Transportation - ICCT. L'Unione Europea sta lavorando per introdurre nuovi protocolli di verifica a partire dal 2025, che tengano conto dei dati provenienti da un dispositivo di monitoraggio sui consumi reali, reso obbligatorio sulle auto in produzione dal 1 Gennaio 2021.
Il dato emerge dallo studio di un Istituto di Ricerca di Karlsruhe. Sotto accusa i test di rilevazione
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