Era prevedibile, ed è puntualmente successo. Malgrado l'Europa abbia già deciso che dal 2035 non si potranno più vendere automobili con motori tradizionali, sono sempre e solo quelle le vetture più richieste del mercato. Lo dimostra il fatto che questa mattina, a meno di 20 giorni dall'avvio della campagna, sono stati esauriti i fondi che il governo aveva stanziato per incentivare l’acquisto - con rottamazione obbligatoria - di auto ibride e termiche a basse emissioni di anidride carbonica (61-135 g/km). Le prenotazioni dei contributi sulla piattaforma informatica del ministero dello Sviluppo economico, infatti, si erano aperte il 25 maggio, dopo parecchie settimane di attesa seguite all’annuncio dato dal governo a febbraio.
Vanno invece al rallentatore le richieste di bonus per acquistare le elettriche e le ibride plug-in, i fondi per incentivare le quali restano cospicue. Sulle prime – che possono ottenere 3 mila euro senza rottamazione e 5 mila con la demolizione di una vettura fino a Euro 4 – sono ancora disponibili più di 187 milioni di euro sui 209 stanziati, ossia quasi il 90% delle risorse destinate alle vetture con emissioni di anidride carbonica comprese tra 0 e 20 g/km. Per le seconde (2 mila euro senza rottamazione e 4 mila con demolizione) vi sono ancora più di 202 milioni sui 218,5 allocati sulla fascia di emissioni 21-60 g/km, ossia più del 92%.
Insomma, i fondi sulle auto green non “tirano”. E ciò per tre ordini di motivi, come sottolinea anche il mensile specializzato "Quattroruote". In primo luogo, l’esclusione delle imprese (tranne quelle del car sharing, che però in genere ricorrono alla formula del noleggio, esclusa da questa iniziativa), nelle cui flotte la quota di elettriche e ibride è sensibilmente superiore a quella che destinata ai privati. In secondo luogo, l’abbassamento dei contributi statali, diminuiti in misura variabile in tutte le situazioni ma che nell’ipotesi più favorevole (elettriche pure con rottamazione) sono passati da un massimo di 8 mila euro (più 2 mila del venditore) del 2021 ai 5 mila di adesso. Infine, l’abbassamento del price cap, il limite di prezzo di listino cioè per le vetture incentivabili, passato da 45 mila a 35 mila euro (+Iva) per le elettriche e da 50 mila a 45 mila euro (+Iva) per le plug-in. Secondo gli osservatori più attenti i fondi per queste categorie di vetture dovrebbero durare fino alla fine dell’anno, con il rischio che i soldi, addirittura, avanzino. Al momento, tuttavia, è improbabile un travaso di risorse verso le macchine termiche, possibile solo con un nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri.