Nel primo trimestre del 2015 sono 610.453 i contratti di lavoro in più, calcolati come saldo tra quelli attivati (2.578.057) e quelli cessati (1.967.604), sia dipendenti che parasubordinati. Di questi, oltre 76.611 sono a tempo indeterminato (552.665 attivazioni a fronte di 475.854 cessazioni). In valori percentuali i contratti stabili sono aumentati del 24,6% rispetto a un anno prima, pari a oltre 109mila unità. Lo rende noto il ministero del Welfare nelle comunicazioni obbligatorie precisando che i licenziamenti sono scesi su base annua di oltre il 12%.I dati tengono conto della entrata in vigore, dal 7 marzo, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti previsto dal Jobs act, che non prevede la reintegra in caso di licenziamento economico. Dal primo gennaio, inoltre, le imprese che assumono in maniera stabile godono di sgravi contributivi fino a 8mila euro annui per tre anni.Gli avviamenti sono aumentati del 3,8% sui primi tre mesi del 2014 mentre le cessazioni sono cresciute del 3,4%. Il 70% delle nuove assunzioni si è concentrato nel settore dei servizi. Rispetto al primo trimestre del 2014, le collaborazioni si sono ridotte del 15% e l'apprendistato del 14,3% mentre il tempo determinato ha fatto registrare un lieve incremento dell'1,3%.I lavoratori interessati ai nuovi contratti sono 1.847.405 (+3,7%), il 56% dei quali uomini; quelli interessati da cessazioni sono stati 1.314.593 (+1,6%) di cui 1.041.601 donne e 926.003 uomini.Le cessazioni di attività sono calate del 21,1%, i licenziamenti del 12,1% mentre le dimissioni sono aumentate del 7,3% e le cessazioni per scadenza naturale del contratto del 6,7%.