mercoledì 29 gennaio 2020
Sono ancora poche le donne che lavorano nel campo del digitale con un titolo di studio informatico, così come poche sono le studentesse che seguono questi corsi di laurea
Ecco come colmare la disparità di genere nell'Ict
COMMENTA E CONDIVIDI

Sono ancora poche le donne che lavorano nel campo del digitale con un titolo di studio informatico, così come poche sono le studentesse che seguono questi corsi di laurea. La quarta rivoluzione industriale porterà la digitalizzazione ben oltre i tradizionali lavori tecnico scientifici. Per non rischiare di approfondire il gender gap, dobbiamo assicurarci che le donne abbiano accesso alle competenze specialistiche per inserirsi a pieno in questo nuovo scenario. È questo il senso dell’iniziativa di Anitec-Assinform che prende il via giovedì 30 gennaio alle ore 15.30 presso Milano Luiss Hub for makers and students, location partner dell’evento, con la Tavola rotonda dedicata alle donne dell’Ict (www.donneinict.it) con cui l’Associazione intende contribuire a sensibilizzare le istituzioni, le scuole, le imprese sulla necessità di avere un numero maggiore di donne esperte nell’informatica e di promuovere misure concrete per attrarre le ragazze a intraprendere studi e una carriera professionale in questo campo. All’evento, patrocinato da Aica, Fondazione Marisa Bellisario, Steamiamoci, Tuttoscuola e Women&Tech, prenderanno parte 20 protagoniste del settore digitale che attraverso le loro testimonianze racconteranno, a partire dalla loro esperienza personale nello studio e nella carriera professionale, come sta cambiando il mondo del lavoro, quali mestieri nuovi sono emersi, come si stanno trasformando quelli tradizionali e cosa ha di speciale il talento femminile.

Secondo il Global gender gap report del World Economic Forum, lo studio che ogni anno fa il punto sulle disparità di genere sia sul piano nazionale che su quello europeo, le statistiche dicono che la situazione peggiore in termini di equilibrio di genere riguarda proprio il settore dell’Ict, in particolare nei campi emergenti, come il cloud computing, l'ingegneria, la gestione dati e l'intelligenza artificiale.
Nella corsa al conseguimento della parità di genere, che secondo il report non sarà raggiunta prima di 99,5 anni, a guidare la classifica è il Nord Europa compresa quella Finlandia con una premier trentenne da qualche mese. Se l’Italia lo scorso anno era risalita al 70esimo posto (dall’82esimo posto del 2017), quest’anno è tornata a scendere al 76esimo nel 2019 su 153 Paesi. Inoltre il report indica che l’Italia è 44esima quanto a ruolo delle donne in politica, 30esima per la quota di donne in Parlamento, addirittura peggiora al 117esimo posto per opportunità e partecipazione economica (nel 2006 era 87esima) e 125esima per parità retributiva con gli uomini. Quanto alle competenze educative delle donne il nostro paese si colloca al 55esimo posto: un dato migliore rispetto agli altri indicatori, ma senza dubbio ancora molto insufficiente.

Un punto assai dolente è l’occupazione femminile. In Italia lavora ancora meno di una donna su due. Il divario fra il tasso di occupazione delle donne e quello degli uomini è del 18,9%. In Europa siamo penultimi davanti a Malta. E tutto questo si aggrava se pensiamo che secondo l’Osservatorio delle Competenze Digitali presentato nel dicembre scorso, tra il 2019 e 2021 ci sono oltre 90mila posizioni aperte per le professioni Ict. E in realtà non abbiamo solo i nuovi mestieri e professioni del settore Ict: tutti i mestieri stanno evolvendo digitalmente. Non soltanto l’industria dell’Ict ha bisogno di un numero maggiore di professionalità arricchite da componenti digitali e specialisti dell’It, ma è l’intero settore produttivo in trasformazione digitale ad averne bisogno.

Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform ha così commentato: «I dati sulla disparità di genere fra uomini e donne nell’economia e società italiana sono inaccettabili e insostenibili, tanto più per un paese che si colloca come decima potenza industriale a livello mondiale. È tempo di agire e in fretta perché non possiamo continuare a rinunciare al contributo fondamentale che è in grado di offrire il talento femminile al nostro Paese. Far crescere la presenza qualificata professionale e dirigenziale delle donne nell’ambito delle attività dell’Ict rappresenta un fattore chiave per dare nuovi impulsi alla crescita dell’economia e accelerare i processi di innovazione e trasformazione digitale».

«Questa nostra iniziativa è molto importante e esprime l’impegno dell’intero settore Ict a favore di una più decisa azione da parte di istituzioni, imprese, famiglie, opinion leader e policy maker per ottenere un maggior numero di donne esperte nell’informatica, attrarre le ragazze ad intraprendere studi e carriere professionali in questo campo. Sarà un bene per l’occupazione, per tutto il sistema produttivo e darà una spinta all’innovazione facendo evolvere cultura e mindset di una industria che deve affermarsi come best practice di inclusione e sostenibilità», ha aggiunto Maria Rita Fiasco, vice presidente di Anitec-Assinform e coordinatrice del Gruppo di lavoro Skill per la crescita d’impresa dell’Associazione.





© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: