Turbolenza al decollo. A quattro giorno dal via della nuova Alitalia sale la tensione a Fiumicino e i voli italiani vanno in tilt . Ieri sono stati cancellati oltre 130 collegamenti per le assemblee del personale di terra indette da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Tra i quattro sindacati che hanno firmato l’accordo di Palazzo Chigi e la Cai il clima è pessimo e nubi minacciose si addensano sui cieli del 13 gennaio quando, dopo uno stop di otto ore, gli aerei di Alitalia e AirOne ripartiranno sotto la regia del gruppo presieduto da Roberto Colaninno. Secondo fonti della Cai ci sono « rischi enormi » e il Paese potrebbe « tornare ostaggio di poche centinaia di persone » . Per i sindacati, che accusano la società di puntare ad « azzerare le rappresentanze sindacali come un vecchio padrone delle ferriere » , i disagi si annuncino inevitabili ma sono la conseguenza di un organico della società sottodimensionato. La Cai riunirà lunedì il Consiglio di amministrazione per deliberare, salvo clamorosi colpi di scena nel week end, l’alleanza strategica con Air France, nuovo socio con il 25% del capitale. Mentre la compagnia transalpina ufficializzerà oggi l’offerta nel suo vertice. Una firma preliminare dell’accordo potrebbe esserci lunedì stesso. L’intesa prevederebbe per i francesi ( come per tutti i soci) il diritto di prelazione sulle quote che dovessero essere cedute al termine dei 5 anni di blocco alla vendita previsti. Nonostante le polemiche sul fronte politico, la questione dell’alleanza quindi dovrebbe essere a un passo dalla chiusura. Quanto al nodo degli aeroporti ieri i vertici della Cai hanno ripetuto ai sindaci Letizia Moratti ( Milano) e Gianni Alemanno ( Roma) quello che avevano detto lunedì a Silvio Berlusconi e Gianni Letta: massima disponibilità ad aumentare le rotte internazionali da Malpensa nei prossimi due anni ( per o- ra ci saranno solo tre destinazioni), come del resto è previsto dal piano industriale. Ma serve un rafforzamento delle infrastrutture di accesso e un ridimensionamento del ruolo di Linate. Intanto da Venezia il sindaco Cacciari denuncia il taglio degli addetti aeroportuali assunti dalla Cai « mentre negli aeroporti del Sud si va oltre le previsioni alla faccia del nordismo predicato dalla Lega » .
I disagi. Code e ritardi fino ad arrivare a una mezza paralisi dei voli. In serata il conto degli aerei bloccati è arrivato fino a quota 135. Il presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi, Antonio Martone, ha tuonato contro l’assemblea di ieri a Fiumicino. Una protesta che viola « i limiti previsti dallo Statuto dei lavoratori e dal Contratto collettivo » , ha detto, invitando le organizzazioni sindacali a sospendere l’agitazione. Ma altre assemblee sono state indette per oggi e poi il 12 e il 13 gennaio nei vari aeroporti italiani serviti da Alitalia. Si tratta di iniziative « legittime programmate da giorni, non di atti illegali » , ha replicato il segretario della Filt Cgil Mauro Rossi. Il clima « di pesantissima preoccupazione che si respira tra i lavoratori di Alitalia è dovuto esclusivamente ai comportamenti del vertice » aziendale « che si muove a prescindere dagli accordi sottoscritti » , ha accusato il segretario generale della Fit Cisl, Claudio Claudiani. Occorre « ripristinare corrette relazioni industriali e i margini per il recupero di un positivo comportamento vi sono » , ha aggiunto. All’assemblea di ieri hanno partecipato i lavoratori Alitalia addetti alla pulizia a bordo, un servizio che secondo i sindacati la Cai ha deciso di esternalizzare, e gli uomini del carico e scarico bagagli. Disagi a cascata anche per le altre compagnie aeree che si affidano ai servizi di handling della vecchia Alitalia. Oggi in assemblea a Fiumicino ci saranno gli addetti alla manutenzione e si prevedono nuovi disagi e ritardi nelle partenze.
Il vertice. «Alitalia ha una trattativa molto avanzata con Air France che ha raggiunto un punto molto positivo per la nuova Compagnia...». È tarda sera quando a Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi conferma che i francesi sono in pole position senza però chiudere a un ritorno tedesco. «Questo non esclude – va avanti il premier davanti a una manciata di cronisti – che possa ritenere di prendere in considerazione un’offerta che venga da Lufthansa». Al momento però Lufthansa non c’è. E le voci di una lettera dell’amministratore delegato della compagnia tedesca arrivate secondo un’agenzia di stampa nel primo pomeriggio sul tavolo del premier? È o no reale un nuovo interessamento di Lufthansa? Berlusconi parla per chiarire. «Finora dalla compagnia tedesca c’è stato silenzio... Solo una lettera di interessamento al mercato italiano inviata ai vertici della Cai in cui non era indicato nessun prezzo o l’entità dell’investimento... Io non mi permetto di consigliare ma da imprenditore, mettendomi nei loro panni ritengo che per Cai due offerte siano meglio di una e credo che chiederanno un’indicazione più compiuta a Lufthansa». Insomma la partita è ancora aperta, il braccio di ferro con la Lega tutt’altro che finito e il vertice concluso nel primo pomeriggio tutt’altro che risolutivo. Berlusconi guarda Umberto Bossi e prova a mettere da parte il fastidio per gli ultimi affondi. «Nessuno ha mai pensato di penalizzare Malpensa. Anzi Colaninno è deciso a rilanciare l’aeroporto milanese... A garantire l’aeroporto milanese...». Il premier "accarezza" il capo della Lega: «Oggi i voli intercontinentali su Malpensa sono tre, ma c’è la volontà di farli diventare sedici in due anni». «Certo – va avanti il Cavaliere riassumendo la strategia del numero uno di Cai – bisognerà rafforzare i collegamenti tra Malpensa e Milano e poi Linate dovrà trasformarsi in un city airport..». Si parla. Ci si confronta.Ma quello convocato a Palazzo Grazioli è un vertice teso, nervoso. Due ore di "faccia a faccia" per chiarire e per chiarirsi, ma dove ripetutamente i toni duri sembrano "soffocare" la voglia di tregua. In un’altra stanza della residenza di via del Plebiscito anche i vertici della nuova Alitalia, Colaninno e Sabelli, si confrontano con i sindaci di Milano e Roma sul futuro di Malpensa. Un futuro "segnato"? Berlusconi parla ancora di alleanza con Air France. «Una scelta probabilmente obbligata visto che allo stato Lufthansa non ha presentato nessuna offerta concreta». Bossi scuote la testa. Più tardi si chiude con i suoi, mentre già è in rete una nota che suona come un avvertimento al Cavaliere: attento, la partita non è chiusa. «Abbiamo riscontrato da parte del presidente del Consiglio la volontà di affrontare e di risolvere il problema di Malpensa. Prendiamo atto che la scelta del partner di Cai non è ancora definita a fronte della manifestata volontà di Lufthansa...». La Lega fa quadrato e si prepara a un nuovo vertice con Berlusconi, ma ora è il Pd a sferrare l’attacco. «Il governo Prodi aveva venduto Alitalia. Il governo Berlusconi ha svenduto Alitalia ad Air France», attacca Veltroni durante una conferenza stampa al termine della riunione del governo ombra. Bersani bissa il colpo: «Un governo che ha fatto un’operazione così fallimentare dovrebbe andarsene a casa». La replica è del portavoce di Fi Capezzone: «Siamo passati da una possibile umiliante svendita ad Air France (Prodi e Padoa Schioppa), ad una dignitosa partnership con i francesi». Berlusconi chiuso a Palazzo Grazioli lavora, chiama, tratta e rassicura: la partita sull’alleato di Cai è aperta e con la Lega c’è sintonia ed amicizia.