Nel mondo che cambia sempre più velocemente, cercando con fatica di riprendersi dalla crisi, aumentano le sfide, la paura, le incertezze. La domanda che da sempre si pongono gli studenti, assieme ai genitori, diventa oggi ancora più centrale: "Che ne sarà di noi dopo la scuola? Cosa ci aspetta una volta preso il diploma o conseguita la laurea?". Per chi vuole trovare le risposte giuste, da
domani a giovedì 15 ottobre va in scena, all'ex Mattatoio Testaccio di Roma, la VII edizione dello Young international forum (Yif).Già 15mila giovani prenotati allo Yif provenienti da Nord a Sud, oltre 60 presidi accreditati, centinaia di insegnati, espositori provenienti da tutta Italia, 15 guide aggiornate per trovare opportunità di lavoro e studio in altrettante nazioni, tra le più evolute del mondo. 24 tra seminari e laboratori, 30 conferenze sulla
Guida alla scelta.Oltre a essere un'imperdibile occasione di confronto tra insegnanti, studenti e mondo dell'impresa, lo Yif presenterà in esclusiva la prima indagine Ixè-Italia Orienta su ciò che i genitori italiani sognano per il futuro scolastico e professionale dei propri figli. Una vera e propria fotografia del mondo della formazione italiana dal punto di vista dei genitori.
Oltre sette genitori italiani su dieci sono soddisfatti
degli insegnanti dei propri figli. Se non avesse problemi o limiti di
spesa, però, oltre la metà li farebbe studiare all'estero (soprattutto
nei Paesi anglosassoni: 19% negli Stati Uniti e 15,7% in Gran Bretagna). "I risultati mostrano che il sistema scolastico e universitario italiano
gode di ottima reputazione - ha detto Roberto Weber, presidente di Ixè,
che ha condotto la ricerca su un campione di 550 persone, tutte con
figli in età scolare -. Il 43,8%, anche potendo scegliere, oggi farebbe
studiare i propri figli in Italia. Non è un dato da poco. Il grado di
soddisfazione per gli insegnanti, oltre il 70%, conferma la sostanziale
fiducia nella scuola di casa nostra". Da segnalare, inoltre, che il
futuro professionale sognato per i figli è soprattutto quello da liberi
professionisti (25,5%), seguito da medico (18,7%) e ingegnere (11%).
"Questo risultato certifica che ormai sempre meno credono nel posto
fisso - ha aggiunto Mariano Berriola, presidente di Italia Orienta -. Per la scuola e le Università italiane si
tratta di una sfida ulteriore, per preparare al meglio i giovani al
mondo del lavoro".