Dai campi alla tavola, passando per la cucina - Fedegroup
Innovazione digitale e transizione ecologica: sono queste le principali tendenze sulle quali si muove l'industria agroalimentare del prossimo futuro. È quanto emerge dall'indagine dell'Istituto Tagliacarne - Unioncamere e Centro Studi Rural Hack. Secondo la ricerca, tra il 2022 e il 2024 il 54% delle imprese agroalimentari sosterrà investimenti "verdi": una percentuale più alta rispetto alla media del totale dei settori, pari al 51%. Le aziende invece che adotteranno tecnologie 4.0 entro il prossimo anno sono il 32% di quelle attive nel settore agroalimentare. Un comparto che in Italia, secondo i dati di Unioncamere, a giugno 2023 contava 760.673 imprese. Per l’Italia il comparto ha un valore di 580 miliardi di euro e, secondo Coldiretti, il made in Italy, dal campo alla tavola, vede impegnati ben quattro milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. «L'Italia conta il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica, protetti e riconosciuti dall'Unione Europea. Un primato di qualità dei prodotti italiani che va difeso da frodi, da quella più frequente, il cosiddetto italian sounding». A dirlo, in un videomessaggio inviato in occasione di Agrifood Future a Salerno, il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni. «L'agricoltura, i prodotti di qualità delle varie filiere agricole e alimentari - spiega - rappresentano una parte importante del modello sociale europeo che deve continuare ad avere un forte pilastro industriale e produttivo all'insegna della sostenibilità. La sfida, a mio avviso, è quella di coniugare il rispetto delle tradizioni con l'apertura al futuro. La transizione ecologica, le nuove tecnologie, possono aprire nuove opportunità di sviluppo. Questi obiettivi richiedono, indubbiamente, forti investimenti nell'innovazione e nella formazione. E, in questo senso, il Pnrr è un'occasione unica per l'economia italiana e il comparto agricolo non fa eccezione. Tra gli investimenti previsti nel settore ci sono circa tre miliardi per la meccanizzazione e la gestione delle risorse idriche». Il sistema del cibo è uno dei principali motori di cambiamento dell'ecosistema del mondo. Circa la metà degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite sono direttamente o indirettamente interessati dai cambiamenti nel settore del cibo. «E non c'è dubbio - aggiunge il commissario europeo - che negli ultimi anni, l'agroalimentare ha attraversato cambiamenti profondi. La lotta contro il riscaldamento climatico che l'Europa sta portando avanti con il green deal spinge a un ripensamento delle modalità di produzione, di trasporto, di imballaggio e di consumo. Le nuove tecnologie stanno trovando sempre maggiore applicazione. L'invasione russa in Ucraina ha evidenziato la fragilità della sicurezza alimentare mondiale. E, sullo sfondo, proiezioni demografiche che vedono la popolazione mondiale raggiungere i dieci miliardi entro metà del secolo con tutto ciò che questo comporta in termini di risorse e necessità di produzione. E, allora, ragionare, dibattere sulle sfide e le opportunità di questi macro sviluppi per il settore agroalimentare è fondamentale qui in Italia». Parliamo di uno dei comparti di traino dell'economia nazionale con un'incidenza sul Pil che supera il 10% se si considera l'intera filiera. L'anno scorso le esportazioni hanno raggiunto la cifra record di 61 miliardi di euro, 15% in più rispetto al 2021.
Fedegroup assume oltre 200 persone
Chef, sous chef, capi partita, commis, restaurant manager, F&B, maître, chef de rang e camerieri di sala: sono più di 200 le posizioni professionali al centro della campagna di recruitment avviata da Fedegroup. Una selezione aperta in tutta Italia, con 120 posizioni aperte per il Nord, 50 per il Centro, aree in cui Fedegroup concentra il suo business, e 40 per il Sud Italia, a supporto dell’espansione del Gruppo e delle nuove aperture in previsione nelle prossime settimane. Con un’esperienza quindicennale nel ramo della ristorazione in outsourcing per l’hotellerie e importanti partnership con i più prestigiosi gruppi alberghieri internazionali, da Starhotels a Leonardo Hotels, Fedegroup già a partire dal 2019 ha avviato un importante ristrutturazione dell’area Hr investendo importanti risorse nella formazione e nello sviluppo di percorsi professionali stabili, rompendo il modello del lavoro a chiamata tipico del settore. «Mai come ora, dopo la tragica parentesi della pandemia e il cambiamento delle esperienze di consumo nel settore food&beverage, è per noi fondamentale cambiare la percezione dell’impiego nelle strutture della ristorazione e superare la dinamica dei contratti a chiamata e delle occupazioni occasionali e stagionali. – dichiara Nicola Pezone, Direttore HR di Fedegroup – Fedegroup, anche grazie a Ho.Re.Camp, il suo progetto di formazione gratuita on the job, si sta sempre più posizionando come talent garden del segmento hospitality: le persone che entrano nel nostro team e nei nostri ristoranti si distinguono per passione e curiosità verso le dinamiche del settore, e sono accompagnate nella crescita con corsi di aggiornamento, formazione lifelong learning e possibilità di sperimentare tutte le diverse realtà gestite dalla nostra azienda. Questo ci rende unici sul mercato e permette di formare figure professionali complete a 360°: oltre ad un avanzamento “verticale” delle competenze, in Fedegroup è possibile godere della mobilità “trasversale”, scoprendo le sfide, le necessità e acquisendo le capacità fondamentali per soddisfare il pubblico di un Relais a 5 stelle, di un ristorante guidato da una Stella Michelin, di un Caffè Storico e di un franchise, dentro e fuori l’hotel. Tutto senza mai cambiare azienda. A conferma della bontà della nostra scelta c’è la continua richiesta da parte di società dello stesso mercato di personale formato con esperienza nelle nostre strutture». Oltre a un programma di welfare aziendale in continua evoluzione, su cui l’azienda investe circa un milione di euro ogni anno, Fedegroup offre la possibilità ai propri dipendenti di alloggiare all’interno delle strutture o in prossimità delle stesse, con staff house dedicate o ricoprendo i costi di alloggio per coloro che si spostano dalla propria residenza per ricoprire ruoli nei diversi ristoranti dell’azienda, da Milano a Gallipoli passando per Padova, Roma, Napoli, Bologna, Bagno di Romagna, e Siena. Tutte le posizioni aperte sono consultabili sul sito dell’azienda: fedegroup.it/lavora-con-noi. Per candidarsi è sufficiente compilare il form dedicato o inviare una mail a: selezione@fedegroup.it.