giovedì 7 febbraio 2019
Sono 23.406 le aziende attive. Aumentano le presenze, ma anche la ricerca di personale specializzato nella promozione, nel marketing, nella ristorazione e nell'accoglienza
Agriturismo in crescita, si punta all'innovazione
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L'agriturismo in Italia ha registrato una crescita ininterrotta negli ultimi 20 anni. Nel 2017, il fatturato cresce sino a 1,36 miliardi (+6,7% sul 2016), la domanda sino a 12,7 milioni di presenze (+5,3%) e 3,2 milioni di arrivi (+6,7%), l'offerta raggiunge le 23.406 aziende attive (+3,3%). A scattare la fotografia è il Rapporto 2018 agriturismo e multifunzionalità, realizzato dall'Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare).

Nel 2017, rispetto all'anno precedente, la crescita della domanda mostra un leggero rallentamento, riconducibile alla clientela italiana. Dal 2015 al 2017, a sostenere l'incremento della domanda sono principalmente gli stranieri, che rappresentano il 47% degli arrivi e il 58% delle presenze, con un sensibile aumento nel periodo considerato, rispettivamente, del 10,5% e del 6,5%. Dall'analisi di arrivi e presenze per aree d'origine nel biennio 2016-17 si evidenziano incrementi a doppia cifra per alcuni paesi: Brasile
(arrivi +37,7% e presenze +41,3%), Russia (+37,5% e +33,1%), Cina (+26,8% e +30,1%), Croazia (+26,2% e +24,2%) e Danimarca (+19,5% e +21,6%) su tutti.

Nonostante ciò, proprio nel biennio 2016-17 l'agriturismo, insieme alle diverse tipologie di esercizi del comparto extralberghiero, evidenzia una contrazione della propria quota di mercato (11% degli arrivi e 8,7% delle presenze totali) in favore degli alloggi privati e dei bed and breakfast, che fanno registrare un aumento, rispettivamente, del 9,1% e del 2,2% sugli arrivi e del 5,5% e del 5,3% sulle presenze.

Uno dei fattori determinanti di tale tendenza, manifestatasi in tempi rapidissimi, si lega, secondo il rapporto
Ismea, al fenomeno dell'home sharing (la pratica di condividere la propria casa con turisti e viaggiatori per soggiorni brevi) e al successo di portali come Airbnb, Booking.com e altri siti che promuovono e commercializzano anche gli alloggi privati.

Infatti, con la diffusione di internet e delle nuove tecnologie aumenta esponenzialmente il numero di contatti diretti tra operatori e turisti, con una ridefinizione delle dinamiche di mercato, dove a dettare le regole sono i grandi motori di ricerca (metamotori) e le Ota (Online Travel Agency).

L'agriturismo è una delle componenti principali delle attività di supporto e secondarie che nel 2017 rappresentano il 22,4% del valore della produzione agricola nazionale contro il 18,6% del 2010. A livello europeo il nostro Paese da solo detiene il 27,4% del valore delle attività secondarie complessivamente prodotto nella Ue, mantenendo il primato.

La conferma arriva anche dall’annuale Osservatorio di Agriturismo.it. Il 2018, infatti, è stato un altro anno d’oro per il comparto degli agriturismi in Italia. «C'è bisogno di innovazione - spiega Fabrizio Begossi, coo di Feries Srl, società di cui fa parte Agriturismo.it –. Gli agriturismi non sono realtà isolate: fanno parte di un contesto e devono rientrare in una progettualità capace di coinvolgere i diversi attori presenti in un territorio. Oltre ai promoter culturali e digitali il settore ha bisogno di formatori e di esperti di marketing in grado di organizzare corsi di degustazione, di lingue, visite a realtà agroalimentari di eccellenza. E poi non devono mancare cuochi, camerieri, addetti alla ristorazione e all'accoglienza. Anche per diventare gestori, se non si è proprietari della struttura, esistono corsi attivati da diverse associazioni, in particolare Coldiretti».

I risultati del settore sia per la parte relativa alla ricettività sia per quella della ristorazione, la domanda ha registrato un nuovo aumento rispetto all’anno scorso, segnando una crescita del 12%. A questo incremento di interesse e richieste ha fatto eco un’offerta che, su base annuale, risulta in aumento del 13%. Sul totale della domanda rimane stabile la fetta di utenti stranieri che, nel 2018, hanno rappresentato un terzo delle richieste arrivate alle strutture. Se tedeschi e svizzeri sono sempre in testa per il volume di domanda proveniente dai loro Paesi, salta ancora all’occhio l’ulteriore aumento del pubblico americano che, rispetto al 2017, è cresciuto del 23%. Guardando ai soggiorni prenotati, gli italiani scelgono l’agriturismo per una permanenza media di tre notti con una spesa media di 35 euro a persona a notte. È di poco superiore la durata della vacanza di chi arriva dall’estero, che prenota mediamente per quattro giorni e spende il 14% in più degli italiani (40 euro a notte a persona).


La Toscana si conferma regina assoluta del settore degli agriturismi: da sola attira il 27,4% della domanda totale arrivata al portale. La seconda regione più richiesta è la Lombardia, dove il settore della ristorazione ha portato a un vero e proprio boom di richieste per gli agriturismi che, in un anno, hanno raccolto oltre il 40% di richieste in più rispetto all’anno scorso. Le altre regioni della top 5 hanno ricevuto insieme quasi il 25% delle richieste e sono l’Umbria, il Veneto e la Puglia, che chiude la classifica a pari merito con il Trentino Alto Adige.

Metà della classifica delle dieci province più richieste per le vacanze in agriturismo ha per protagoniste le toscane: Grosseto vince su tutte, con il 7,3% del totale della domanda, seguita da Siena (7%), Firenze (4%), Pisa (3%) e Livorno (2,9%). Il Trentino Alto Adige piazza entrambe le sue province in classifica, con Bolzano che ha raccolto il 3,9% della domanda e Trento che chiude la graduatoria con il 2%. Non poteva mancare la provincia di Perugia, terza sul podio con il 5,6%. Verona occupa il sesto posto con il 3,4% della domanda totale e Lecce rappresenta la Puglia, in nona posizione, con il 2,7%.

«Il trend più rilevante che caratterizzerà il 2019 degli agriturismi italiani riguarda il comparto della ristorazione, vale a dire il giro d’affari generato da chi sceglie queste strutture per pranzi, cene, eventi aziendali o cerimonie – dichiara Francesco Lorenzani, ceo di Feries Srl –. Gli agriturismi intesi come strutture ricettive si sono ritagliati un’importante fetta del mercato turistico del nostro Paese e continueranno a fare bene anche quest’anno in quanto formula unica dell’Italia. La vera scommessa risiede nella ristorazione, comparto che è cresciuto del 5% in un anno, che beneficia del trend legato alla riscoperta del cibo genuino e attrae sempre più persone».



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