Valerio Boni durante la 24 ore in sella alla Vespa 50 - .
Un nuovo record, il sesto in tre anni, si aggiunge alla singolare collezione di Valerio Boni, milanese ma residente in provincia di Bergamo, giornalista 65enne specializzato in motori, soprattutto quelli di piccola cilindrata. L’ultimo della serie è quello che con 1.233,075 km fissa la massima distanza percorsa in 24 ore alla guida di uno scooter di 50 cc, conquistato dal mezzogiorno del 6 marzo alla stessa ora del giorno seguente sulla storica pista di Terramar, una quarantina di chilometri a sud di Barcellona. Un risultato che non si limita ad alzare di 305 km l’asticella del primato, rappresenta anche una soddisfazione personale per avere ripetuto e superato quanto fatto 45 anni fa. Nel 1979, un giovane Boni, appena 20enne aveva infatti percorso 940 km in 24 ore in sella alla sua Vespa 50, una distanza impressionante considerando il limite di velocità di 40 km/h imposto per legge a quel tempo.
«Non era un record ufficiale perché nonostante la presenza di un servizio di cronometraggio ufficiale non avevo pensato alla possibilità di ottenere l’omologazione del Guinness. La consideravo semplicemente una delle piccole follie a bordo di un veicolo a due ruote della mia vita, ma la consideravo anche una piccola sconfitta, visto che l’obiettivo che mi ero prefissato nel 1979 era quello di raggiungere i 960 km. Per farlo avevo pianificato una 24 ore senza soste, utilizzando una tecnica di rifornimento in movimento innovativa ispirata al metodo "air to air refueling" utilizzato dagli aerei da combattimento, ma un calo di rendimento del motore nelle ore notturne mi ha fatto perdere una ventina di chilometri. Durante i giorni del Covid ho scoperto che nel database del Guinness c’era una categoria “farthest distance travelled in 24 hours on a 50cc scooter”, e apparteneva all’australiano Mark Brown, che nel 2005 non era andato oltre i 928 km, 12 meno dei miei».
Da quel momento è nata inconsapevolmente l’idea di rivendicare il primato che moralmente gli apparteneva. La Vespa 50 era ancora nel box, tra l’altro restaurata nel 2015 e iscritta al registro storico FMI, ma nel frattempo per lo scooter e per il pilota erano trascorsi 45 anni, un elemento assolutamente da non sottovalutare. La spinta finale è arrivata per caso, in occasione della presentazione di un libro, “La prima Vespa non si scorda mai”, nel quale l’autrice Paola Scarsi ha raccolto in 208 pagine le testimonianze di personaggi più o meno noti, legati allo scooter più famoso al mondo. L’incontro con Denys Maiorino, titolare dell’officina Epoca Motors di Trezzo sull’Adda, specializzata nel restauro di scooter, ha acceso la voglia di accettare la sfida.
Una fase del rifornimento in movimento - .
Uno degli elementi fondamentali nell’organizzazione di un tentativo di record è sempre legato alla scelta del circuito ideale, che deve combinare l’andamento del tracciato con l’aspetto economico. Se nel 1979 la 24 ore è stata organizzata sulla Pista Pirelli di Vizzola Ticino, dopo una attenta valutazione è stato preferito il circuito spagnolo di Terramar, a circa 40 chilometri da Barcellona. Un anello di 2.005 metri di lunghezza, con due impressionanti curve sopraelevate, tra i più antichi al mondo, nato nel 1923 e molto amato da Tazio Nuvolari.
«Nella prima fase di progettazione del tentativo - ricorda Boni - c’era il dubbio se puntare all’originale obiettivo dei 960 chilometri o ai 1.080. Il primo era quello originale, raggiungibile viaggiando a 40 km/h, il limite di legge del 1979, mentre il secondo rappresentava la massima distanza percorribile alla massima velocità ammessa oggi in Europa per un ciclomotore: 45 km/h. La risposta è arrivata dalle linee guida del Guinness, che prevedono il limite di cilindrata, 50 cc, ma senza tetti di velocità, a patto che il motore sia conforme a uno prodotto in serie. Così la Vespa è stata liberata dal blocchi che ne limitavano le prestazioni, che di conseguenza sono salite a circa 55 km/h».
Supportato dalla struttura di Epoca Motors e dagli amici Ivo Viscasillas e Cristian Noguera, esperti piloti di endurance in scooter, che hanno tra l’altro messo a disposizione le Vespa da competizione utilizzate per effettuare i rifornimenti in movimento, Valerio Boni è riuscito da subito a mantenere una media superiore a quella necessaria per raggiungere l’obiettivo. E la soglia dei 928 del vecchio record è stata superata con notevole anticipo, prima delle 5 del mattino. L’unico inconveniente è stato rappresentato da un’infiammazione agli occhi dovuta alla polvere, che ha imposto una breve pausa per applicare del collirio, quando il record era già al sicuro. Non è stato così possibile effettuare una 24 ore rigorosamente non-stop, ma questo non ha compromesso il risultato finale, in quanto si trattava di un ostacolo in più aggiunto dal pilota desideroso di ripetere esattamente la prova del 1979. In realtà le linee guida non prevedono alcun limite alle soste, che possono essere gestite in totale autonomia nell’arco di tempo fissato dal tentativo. La certezza del risultato è arrivata nei giorni scorsi, dopo che tutta la documentazione richiesta è stata inviata a Londra per le verifiche e l’approvazione, in caso contrario non è possibile utilizzare la denominazione “Guinness record” nelle comunicazioni.