Il nuovo colpo di freno al treno veloce Torino-Lione nel mirino del mondo produttivo del Piemonte. Il presidente Ue Juncker: vedremo chi la spunterà tra Italia e Francia Il ministro Toninelli annuncia tempi stretti: in due settimane troveremo una soluzione condivisa. Il leader della Lega: l’obiettivo è rivedere il progetto, risparmiare dove si può risparmiare e andare avanti
Colpo di freno sulla Tav. L’aula della Camera ha approvato ieri sera la mozione di M5s e Lega che impegna il governo a «ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia». Bocciate le mozioni presentate delle opposizioni che sollecitavano al contrario lo sblocco dei bandi di gara per la realizzazione del tunnel di base. Il via libera al documento congela la realizzazione dell’opera sulla quale i due contraenti di governo hanno una visione opposta con i pentastellati contrari e i leghisti favorevoli.
Immediate reazioni negative dal Piemonte dove il mondo produttivo minaccia il blocco delle attività. La mozione, firmata dai capigruppo Francesco D’Uva (5s) e Riccardo Molinari (Lega), che era stata depositata mercoledì scatenando le proteste delle opposizioni, di fatto prevede una rinegoziazione del progetto innanzitutto tra i due partner di governo e poi, se verrà raggiunta una posizione comune, con l’esecutivo francese. L’annuncio di una «integrale» revisione dell’opera sembrerebbe indicare tempi lunghi per la decisione finale, magari anche scavallando la campagna elettorale delle Europee di fine maggio.
Ma Danilo Toninelli annuncia novità a breve. «Massimo due settimane comunicheremo la soluzione, trovere- mo un’intesa con gli alleati di governo», ha assicurato il responsabile delle Infrastrutture che poi ha detto «basta parlare di Tav, i cittadini vogliono sentir parlare di tanti altri progetti ». Il voto alla Camera si è svolto in un clima di tensione. I deputati del Pd hanno protestato in Aula mostrando cartelli con su scritto «Salva Salvini, boccia la Tav», in riferimento allo stop al processo per il ministro del-l’Interno deciso anche dai Cinquestelle. «A poche ore dal gentile salvataggio di Salvini dai giudici cattivi da parte della piattaforma Rousseau, il ministro si sdebita regalando al M5S il blocco della Tav e la presidenza dell’Inps.
Cortesie tra alleati di governo», ha accusato su Twitter il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. Anche dal centrodestra dure critiche alla mozione. In mattinata, parlando alla radio, lo stesso Salvini aveva spiegato come «c’è nel contratto che il progetto andava rivisto e poteva essere ridimensionato fino a un taglio di 1 miliardo di opere che potevano essere evitate, per esempio investendo sulla metropolitana di Torino, e così stiamo facendo. Se si può tagliare su alcune spese, su costi spropositati, è giusto ragionarci. Senza rinunciare all’opera ». Secondo invece il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, con la mozione della Camera «Lega e 5Stelle pregiudicano sempre più seriamente la Tav.
Il blocco dei lavori salva il governo e mette in un angolo il Piemonte». Da Bruxelles è intervenuto sul tema anche il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker: l’eventuale stop alla Tav «è una decisione che devono prendere Francia e Italia. Vedremo alla fine chi la spunterà». La mozione approvata ricostruisce la vicenda della Torino-Lione e ricorda che il Ministero di Infrastrutture e Trasporti ha dato mandato alla ricostituita struttura tecnica di missione di predisporre una nuova valutazione dell’adeguamento dell’asse ferroviario mediante l’uso dell’analisi costi/ benefici «per consentire un’allocazione delle risorse più efficiente per supportare il procedimento decisionale, con cognizione di causa, in modo da definire se attuare o meno una proposta di investimento o se optare per eventuali alternative ».
Al contempo – si legge nel documento – il ministro dei Trasporti e l’omologa francese Elisabeth Borne hanno chiesto congiuntamente al soggetto attuatore Telt di posticipare i bandi di gara relativi al tunnel di base. Tale iter persegue dunque l’obiettivo di avere un rapporto di condivisione con la Francia e, contestualmente, con la Commissione Ue.