mercoledì 19 giugno 2024
Dopo il caso del kenyano John Njue, la cui data di nascita era stata corretta dal 1944 al 1946, tocca ora a Philippe Ouédraogo, del Burkina Faso: sarebbe nato nel 1945, ma a dicembre, non a gennaio
Pope francis with Donald Trump phCG

Pope francis with Donald Trump phCG - Agenzia Romano Siciliani

COMMENTA E CONDIVIDI

E due. La Santa Sede “accorcia” l’età di un altro cardinale africano. Il sito ufficiale vaticano ha infatti recentemente precisato che il porporato Philippe Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou in Burkina Faso, è nato il 31 dicembre 1945. In passato invece, fino all’ultimo Annuario Pontificio pubblicato ad aprile, la data di nascita indicata era quella del 25 gennaio 1945. Il che vuol dire che il cardinale in questione compirà 80 anni, perdendo il diritto di voto in un eventuale Conclave, non all’inizio ma allo scoccare della fine del prossimo anno.

Ouédraogo – arcivescovo di Ouagadougou dal 2009 al 2023 e creato cardinale da Papa Francesco nel 2014 – è il secondo caso di questo genere nel giro di pochi mesi. Proprio in occasione della pubblicazione dell’Annuario Pontificio 2024 era venuto alla luce un caso simile. Riguardante il porporato kenyano John Njue, arcivescovo di Nairobi dal 2007 – quando fu creato cardinale da Benedetto XVI - al 2021. Fino al 2023 Njue veniva segnalato come nato nell’anno 1944. Il che voleva dire che al termine di quest’anno avrebbe superato gli 80 anni e quindi sarebbe uscito dal novero dei porporati elettori in un eventuale Conclave. Non conoscendosi infatti il giorno e il mese di nascita, la data del compimento dell’età sarebbe convenzionalmente scattata al 31 dicembre. Questo fino all’Annuario Pontificio del 2023. Nel nuovo però – come anche sul sito vatican.va – la data di nascita del cardinale Njue è cambiata. È diventata il 1° gennaio 1946. Il che vuol dire che il porporato africano non perderà il diritto di voto a fine anno, ma il 1° gennaio 2026.

Il cambiamento di data di nascita di un cardinale non è una novità. Successe già con Henryk R. Gulbinowicz, ma in quel caso giocò a sfavore del porporato polacco. L’ecclesiastico in questione infatti veniva dato come nato nel 1928 fino al febbraio 2005, quando dichiarò di essere nato in realtà nel 1923 spiegando che questo “falso anagrafico” era stato ideato dai genitori per evitare che il figlio venisse arruolato in guerra. In tal modo Gulbinowicz - scomparso nel 2020 - non potè partecipare al conclave che avrebbe eletto Benedetto XVI.

Dopo gli 80 anni compiuti l’8 giugno dal cardinale canadese Marc Ouellet, già prefetto del Dicastero per i vescovi, il numero dei porporati elettori è sceso a 126 su un totale di 236. Tra i votanti (non computando - secondo quanto indicato sul sito vatican.va - Angelo Becciu) gli europei sono 51, di cui 14 italiani (poco più del 10%, il minimo storico in epoca moderna). I latinoamericani 20, i nordamericani 14, gli asiatici 21 (computando anche Giorgio Marengo, a capo della prefettura apostolica di Ulan Bator in Mongolia, e il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa), gli africani 17 (compreso lo spagnolo Cristobal Lopez Romero a Rabat), e 3 i provenienti dall’Oceania.

I votanti creati da Francesco sono attualmente 92, 27 quelli da Benedetto XVI e 7 da Giovanni Paolo II. Dopo quella italiana la componente più numerosa tra i cardinali elettori è quella statunitense con 11 porporati. Seguono Spagna (7), Brasile e Francia (6 ciascuna), India (5), Polonia e Portogallo (4 ciascuna), Canada con Germania e Argentina (3 ciascuna). Due cardinali elettori poi hanno Gran Bretagna, Svizzera, Messico, Tanzania e Filippine.

Nel corso del 2024 sono sei i cardinali che compiranno 80 anni (uno creato da Francesco, 4 da Benedetto XVI e uno da papa Wojtyla). E cioè: lo statunitense Sean P. O’Malley (29 giugno), il tanzaniano Polykarp Pengo (5 agosto), l’italiano Mauro Piacenza (il 15 settembre), il francese Jean-Pierre Ricard (26 settembre), il venezuelano Baltazar E. Porras Cardoso (10 ottobre), l’indiano Oswald Gracias (24 dicembre).

A dicembre quindi il numero dei cardinali elettori rientrerà nel tetto di 120 fissato da Paolo VI (e da lui sempre rispettato) ma comunque spesso superato, anche abbondantemente, dai suoi successori (Francesco dopo l’ultimo Concistoro ha fissato la cifra record di 137, superando quella di 135 raggiunta da Giovanni Paolo II nel 2001 e nel 2003). Ma può essere che nel corso dell’anno papa Bergoglio decida di creare nuovi cardinali.

Francesco finora ha tenuto un Concistoro ogni anno di pontificato (eccetto che nel 2013 e nel 2020). E nel 2025 saranno 13 i cardinali a raggiungere gli 80 anni. Tra loro nessun italiano, ma tre spagnoli (Fernando Vergez Alzaga, Carlos Osoro Sierra, Antonio Cañizares Llovera), tre africani (oltre a Ouedraogo anche Robert Sarah, Jean-Pierre Kutwa), due asiatici (George Alencherry, Joseph Coutts), e poi l’austriaco Christoph Schönborn, il cileno Celestino Aos Braco (emerito di Santiago, ma nato in Spagna), il polacco Stanislaw Rylko, il croato Vinko Puljic, l’inglese Vincent G. Nichols.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: