"Siete ad Assisi per ascoltare uno che ha avuto coraggio: san Francesco". Così padre Marco Capecci accoglie nella piccola Chiesa Nuova di Assisi i rover e le scolte della route 193 in cammino verso San Rossore per la Route Nazionale. La città di Francesco è il punto di ritrovo di tutte le 9 route umbre, quasi 600 ragazzi e ragazze in camicia azzurra. Noi siamo arrivati da Bastia dove ci siamo accampati nella base scout Agesci. La giornata di martedì si è chiusa con uno splendido arcobaleno che ha rallegrato il campo di tende dopo un forte temporale. E con l'ultima "storia di coraggio", quella scelta, pensata e realizzata dal clan Perugia 5, "il coraggio di farsi ultimi".
I ragazzi e le ragazze umbre scelgono il tema del bullismo, così difficile e vicino a loro. Lo hanno approfondito con uno psicologo e un sociologo. E poi sono andati a parlarne nelle scuole medie. Un progetto che andrà avanti anche il prossimo anno. "Pensiamo - spiegano - anche a uno sportello dove i ragazzi possano venire a raccontare liberamente. Saremo poi noi a riferire ai presidi". L'intenzione è non solo di aiutare le vittime ma anche di confrontarsi coi bulli. Ancora una volta idee e servizio. E confronto, che gli scout perugini propongono a quelli degli altri tre clan. Così escono idee e testimonianze. Segno che il tema è molto sentito. Questo accade martedì. Poi Assisi accolti da padre Marco. Saio e fazzolettone, è un "reduce" della precedente Route del 1986 ai Piani di Pezza ("Il ricordo ancora mi commuove"), è assistente regionale umbro della branca r/s e fa parte dei "francescout", pattuglia di frati anche scout che accompagnano i gruppi scout nell'incontro col Poverello. Ma tra poche settimane partirà per quella che chiama "la mia azione di coraggio: parto in missione in Cina. Vi chiedo di pregare per me - dice ai fratelli scout di Zeminiana, Orentano, Perugia e Afragola giunti ad Assisi da Bastia -. Perchè porti amore, testimonianza fino alla fine e gioia. Lo stesso che io auguro a voi". Col coraggio di San Francesco, parola che padre Marco, fa urlare ai ragazzi fino a inondare la piccola navata. Vengono letti quattro brani della vita del Santo: il ladro ("Francesco rispetta la persona col passo lento, come facciamo noi scout in cammino"); la perfetta letizia ("Dobbiamo andare oltre l'immagine che ci siamo costruiti"); il mendicante ("Il coraggio dell'onestá"); il lebbroso ("Il vero coraggio non conosce limiti di tempo. Dobbiamo essere strumento nelle mani di Dio ma facendoci ultimi come Francesco"). E allora l'invito del frate-scout è di "andare oltre l'aspetto dell'altro, cogliere l'essenziale come vogliamo essere noi scout". E, invitando nuovamente i ragazzi a urlare "coraggio", indica a loro tre strade da seguire sull'esempio di Francesco: "Il coraggio di essere se stessi fino in fondo, con il cuore. Il coraggio di buttare i pregiudizi. Il coraggio di amare fino alla fine, un amore che ti trasfigura. E poi tornare a casa per trasformare il mondo. Dicendo un sì a Dio per tutta la vita". Un impegno che i ragazzi in camicia azzurra e fazzolettone portano sulla tomba di Francesco. Momento intenso di preghiera personale. Una carica per i quattro giorni di incontri e approfondimenti che li attendono a San Rossore.