«Il problema dell’Amazzonia non è il mercato, magari ci fosse del buon mercato libero, ma le concentrazioni di potere, gli oligopoli. È uno scempio provocato da un modello economico che esige sacrifici umani», dice suor Alessandra Smerilli, ordinario di economia politica all’università Auxilium.
«Molti popoli indigeni sono cacciati dalle foreste a causa di progetti predatori di grandi aziende minerarie e del legname », conferma Marcivana Rodrigues Paiva, rappresentante dell’etnia Sateré-Mawé. L’analisi accademica che combacia con la testimonianza sul campo. Due voci autorevoli di donne per raccontare il dramma ambientale e umano dell’Amazzonia, alla presentazione alla Sala Marconi a Radio Vaticana - del libro-reportage Frontiera Amazzonia, viaggio nel cuore della terra ferita, delle giornaliste di Avvenire Lucia Capuzzi e Stefania Falasca, appena pubblicato da Emi (Editrice missionaria italiana). Una presentazione con tanti interventi al femminile.
«L’Amazzonia è una donna, generatrice di vita. Ma l’Amazzonia oggi è una donna stuprata», dicono le autrici che hanno risalito il Rio delle Amazzoni per vedere i luoghi e intervistare i testimoni delle tante devastazioni ambientali e umane provocate da chi persegue il profitto a ogni costo. Un toccante racconto delle realtà al centro del Sinodo straordinario sull’enorme polmone verde tra Brasile, Ecuador e Perù, aperto da papa Francesco.
«Anche questa è informazione al servizio di realtà che vanno comprese nel profondo – dice il direttore di Avvenire Marco Tarquinio – come cerchiamo di fare quotidianamente raccontando le realtà ecclesiali in cammino e il tempo che stiamo vivendo». E Victoria Tauli-Corpuz, relatrice speciale Onu sui diritti delle popolazioni indigene, sottolinea che «questo Sinodo dà visibilità all’Amazzonia e a quello che la Chiesa può fare per le proposte dell’ecologia integrale e per le popolazioni che resistono e costruiscono solidarietà e reciprocità».