La rappresentazione della Natività, ambientata nelle viuzze di pietra della frazione di Rezzoaglio, è andata in scena ieri, 27 dicembre, e ha richiamato un migliaio di visitatori, che hanno risalito il Trebbia, sfidando i tornanti sconquassati dall’alluvione di settembre, oppure montando dalla costa (l’autostrada arriva fino a Lavagna) per seguire Giuseppe e Maria nella ricerca di un riparo per la notte e assaggiare frittelle, focacce e vin brulé offerti dalla pro loco.
Una Natività full optional, con cori e concerti, mostra degli antichi mestieri e degli animali da allevamento presenti in valle, ma soprattutto caratterizzata dalla gioia di condividere una tradizione di fede e di cultura che è anche un segno di rinascita demografica. Contrariamente a tutti gli indici, infatti, e alla tendenza dominante in altre zone della Liguria, a Casaleggio su 25 abitanti ci sono 5 bambini, tutti regolarmente “scritturati” per l’evento dell’anno. Compresa l’ultima nata, che ha impersonato Gesù bambino nella mangiatoia.
«In questa valle c’è ancora una forte fede, che si mescola all’amore per le tradizioni locali. L’idea di farne un appuntamento popolare – spiega il parroco, don Roberto Isola – è dei giovani, alcuni dei quali tornano in paese nel week end, perché ovviamente qui non c’è lavoro per tutti». La val d’Aveto – duemila anime in tutto - vive di agricoltura biologica e il caseificio rappresenta l’unica vera “industria” locale.
Non manca però chi, come Roberto Castagna, uno dei pastori del Presepe, ha appena realizzato una moderna stalla di 50 capi, in una valle in cui l’allevamento ha sempre avuto numeri più modesti. «Casaleggio è una felice eccezione anche come natalità in una terra che esprime indici bassissimi e questa vitalità va sostenuta e incoraggiata», commenta don Isola.