sabato 15 agosto 2009
A Poggio di Roio, in Abruzzo, le ferite del terremoto. Notre Dame de Guérison visitata da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. L'isola di Barbana (Grado) «sembra sprofondare» sotto il peso dei visitatori
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Nelle Alpi, agli angoli della pianura, al­l’ombra di un bosco, a strapiombo sul mare e ancora giù, fin nel cuore dell’A­bruzzo dilaniato dal terremoto, fino all’ultimo lembo dello Stivale e alle sue isole: ci sono luoghi 'speciali' dove l’Italia venera da secoli la Ma­donna. E da cui la Madonna – scolpita nel legno o nel marmo, ritratta su tela o pergamena, sorri­dente o addolorata – guarda l’Italia. Li chiamano santuari 'minori', perché vantano afflussi meno consistenti dei più famosi – Loreto, Pompei, Ca­ravaggio, Oropa – e perché i loro nomi e la loro storia non sempre sono conosciuti a livello na­zionale. Eppure negli ultimi anni hanno visto mol­tiplicare il numero di pellegrini. Soprattutto nei mesi estivi, quando è più facile uscire dalle gran­di città o allontanarsi dalle località vacanziere per raggiungerli. Come accadrà oggi, nella ricorren­za dell’Assunta, quando i santuari mariani d’Ita­lia registreranno il picco di celebrazioni e visite. È il caso di Poggio Roio, una manciata di chilo­metri dall’Aquila, dove il terremoto ha aperto la sua ferita più profonda. Ai piedi della montagna dove sorgeva il santuario della Madonna della Croce – più conosciuta come Madonna della Transumanza, perché considerata la protettrice dei pastori – il sisma del 6 aprile ha avuto il suo epicentro. Senza lasciare intatto alcun edificio, neanche quel luogo di culto millenario. Eppure gli abitanti e il parroco del paese non si sono da­ti per vinti: insieme ai Vigili del fuoco e alla Pro­tezione civile hanno scavato fra le macerie, sotto i resti pericolanti della chiesetta, e hanno tirato fuori la 'loro' Madonna; poi l’hanno accomoda­ta tra i fiori, in una tenda bianca nella tendopoli vicina. È lì, ora, il santuario di Roio. Il santuario di tela, come lo chiamano già gli abruzzesi. Dove lo scorso aprile Benedetto XVI, in visita sui luo­ghi del sisma, ha posato una rosa d’oro in segno di speciale devozione alla statua. E dove in una processione silenziosa, non organizzata da nes­suno, migliaia di visitatori in questi ultimi giorni hanno diretto i loro passi. ùAnimati dalla speranza di una grazia, dal deside­rio di ringraziare, o alla ricerca di una risposta an­cora confusa sulla fede, migliaia di pellegrini vi­siteranno oggi, e nei prossimi giorni, i santuari mariani d’Italia. Saliranno lungo i sentieri di mon­tagna del Piemonte e della Valle d’Aosta, a ridos­so dei ghiacciai e delle cime ancora innevate. Dal ponte della Dora, vicino a Courmayeur, fino al santuario di Notre Dame de Guérison, ai piedi del ghiacciaio della Brenva: una piccola chiesa dove nel corso dei decenni si sono accumulate le preghiere e gli ex voto dei sopravvissuti ai pericoli della montagna (tra cui i caschetti degli operai che costruirono il traforo del Bianco), e di chi in­vece sulla montagna ha perso i propri cari. Il sen­tiero (su cui l’8 settembre si snoderà la tradizio­nale processione che richiama migliaia di fedeli) è stato percorso sia da Giovanni Paolo II – arriva­to lì in una delle sue escursioni durante le vacan­ze –, sia da Benedetto XVI, nel 2006, durante il primo soggiorno a Les Combes. Traversata della laguna e barconi per il pellegri­naggio alla volta del santuario della Madonna de­gli Angeli sull’isola di Barbana, di fronte a Gra­do: punto di riferimento per la popolazione del Triveneto, ma anche per migliaia di austriaci e sloveno-istriani, il 15 agosto vi arrivano tanti de­voti che – come piace dire ai sette anziani frati che custodiscono il luogo di culto– l’isola «sem­bra sprofondare». Negli ultimi anni il numero di pellegrini è aumentato vertiginosamente: c’è chi si ferma sull’'isola della Madonna' per ore, si rac­coglie in preghiera tra i boschetti che circonda­no la chiesa, si ferma in silenzio a contemplare la pace della laguna e cerca la parola e il consiglio dei sacerdoti. È il 'miracolo' di Barbana, spiega­no i frati: non una guarigione, o una soluzione ai mille problemi della vita, ma la scoperta della fe­de. Servirà la funivia, che da Rapallo si innalza sui monti affacciati sul Golfo del Tigullio, per chi pas­serà la giornata al santuario ligure della Madon­na di Montallegro. Il complesso votivo, che in­crocia numerose mulattiere, è meta anche di nu­merosi pellegrinaggi a piedi. E sempre a piedi, immersi nello splendore della natura, i pellegri­ni raggiungeranno i santuari della Madonna del Faggio a Castelluccio, sull’Appennino emiliano, e quello della Madonna della Neve di Castelvec­chio a Migliari, nel comune di Pergine Valdarno (Arezzo): una chiesetta sperduta su un colle soli­tario, che domina la valle della Trove e la Val Di Chiana. Incastonato nella roccia, a picco sulla Valdadige, già da ieri sera ha aperto le porte ai fedeli il san­tuario della Madonna della Corona, a Spiazzi di Ferrara di Monte Baldo ( Verona): le celebrazioni dell’Assunta sono iniziate con la tradizionale fiac­colata che corre lungo la scalinata che conduce al santuario. Sono soprattutto le fami­glie che hanno sperimentato la perdi­ta di un figlio a muovere i passi verso il simulacro della Madonna Addolora­ta. Da giorni sono in corso le celebrazio­ni per la novena dell’Assunta anche a Imbersago, vicino a Lecco. Nel san­tuario della Madonna del Bosco, me­ta di numerosissimi pellegrinaggi dal­la Lombardia e da tutto il Nord, la pe­nitenzieria ha accolto nell’ultima set­timana migliaia di fedeli che si sono accostati alla confessione: un altro fe­nomeno inedito legato alla riscoperta dei santuari mariani, che sempre più spesso diventano il luogo della risco­perta dei sacramenti e della messa. Malati e sofferenti affolleranno oggi i santuari della Madonna di Gonare, a Sarule, in Sardegna, e quella delle Grondici a Tavernelle, in Umbria. Il primo, co­nosciuto anche come la 'piccola Lourdes di Bar­bagia', accoglie i devoti di tutta l’isola e anche della Corsica, con le sue cumbessias (casette di pietra che servono da soggiorno ai pellegrini) e coi canti antichi riservati a Maria e alla storia del san­tuario (i gosos ): preghiere che corrono all’uniso­no sulle labbra dei fedeli lungo la ripida strada che conduce alla chiesa e ai piedi del monte Go­nare, nella corte in cui vengono sistemati gli in­fermi. Preghiere per la Madonna 'pastora', pro­tettrice dei campi, del mare, delle famiglie, valo­ri attorno a cui si stringe la tradizione del territo­rio. A Tavernelle invece arriveranno soprattutto le giovani coppie sterili, a chiedere la grazia di un fi­glio: là dove anticamente venivano seppelliti i bambini morti senza essere battezzati, sotto quel­le gronde benedette (da qui il nome del santua­rio) che avrebbero santificato le loro anime. Mi­gliaia di giovani, arrampicati sull’altura tra Assisi e il Lago Trasimeno, che chiedono il dono di una famiglia: un altro 'miracolo' della fede. Ferragosto di preghiera, contemplazione e festa a Santa Maria di Leuca, nel santuario De Finibus Terrae, dove dall’estremo lembo d’Italia Maria spalanca le braccia verso Oriente quasi a infran­gere ogni barriera e fare del mondo intero l’uni­co popolo di Dio: la Madonna è infatti venerata nel santuario come la Vergine delle Frontiere, poi­ché accoglie fedeli di razza e cultura diverse. Og­gi qui si celebra la grande festa della basilica, con la statua portata in processione sul mare e ac­compagnata da un corteo di barche. E ancora ce­lebrazioni e processioni in programma anche nel santuario dedicato alla Madonna dell’Ambro, sui monti Sibillini, dove dopo Ferragosto si celebre­ranno anche le tradizionali feste della famiglia (la terza domenica del mese) e dei bambini (la quar­ta); alla Madonna della Civita di Itri, vicino Lati­na, che si erge sul monte omonimo e col suo cul­to arriva trapassa l’oceano fino a Cranston (Usa), dove la comunità di emigrati ha tramandato il culto di Maria per generazioni. E ancora Ferra­gosto si celebrerà nei santuari più a Sud, alla Ma­donna di Picciano, alle porte di Matera, e al san­tuario di Mompilieri a Mascalucia, sull’Etna: luo­ghi immersi nella natura incontaminata, meta di un crescente flusso di pellegrini.
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