Il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - Ansa / Ufficio stampa del Quirinale
Basta una battuta tra il cardinale Gualtiero Bassetti e Mario Draghi per rendere l’idea del clima in cui si è svolto ieri il consueto bilaterale Italia-Santa Sede in occasione del 92° anniversario dei Patti Lateranensi e del 37° dell’Accordo di Revisione del Concordato. «Siamo concittadini», dice il presidente della Cei al capo del governo. E il riferimento è naturalmente a Città della Pieve, dove Draghi ha casa e che rientra nella diocesi di cui il porporato è arcivescovo. Prende così il via il dialogo con il nuovo presidente del Consiglio e con l’esecutivo da lui presieduto, che lo stesso Bassetti e il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, uscendo dai colloqui, dopo due ore abbondanti, definiranno «un confronto ampio, sereno e franco su tutti i temi, dalla famiglia alla scuola. Clima davvero molto costruttivo».
Il 92° anniversario dei Patti Lateranensi
e il 37° dell’Accordo di Revisione del Concordato occasione per confrontarsi sull’attualità del Paese «Sottolineati i problemi comuni di questa pandemia»
A Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, viene scritta dunque una nuova pagina di buoni rapporti tra le due sponde del Tevere. All’arrivo, mentre il sole va lentamente tramontando sul bel giardino della villa sulla via Flaminia, è il premier, giunto anche in leggero anticipo, a dare il benvenuto - insieme con l’ambasciatore Pietro Sebastiani - agli interlocutori ecclesiastici. Ci sono Parolin, il sostituto, monsignor Edgar Peña Parra, il segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, Paul Richard Gallagher e in rappresentanza della Cei, oltre a Bassetti anche il segretario generale, monsignor Stefano Russo (più tardi giungerà anche il decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re). E poi diversi ministri, tra i quali Luigi Di Maio (Esteri), Roberto Speranza (Salute), Patrizio Bianchi (Istruzione) e Elena Bonetti (famiglia e pari opportunità).
Il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, con il premier Mario Draghi - Ansa
Il confronto si trasferisce negli ampi saloni della rappresentanza diplomatica, inaccessibili a tutti gli altri per il rispetto delle norme anti-Covid (ognuno indossa la mascherina), dove successivamente le due delegazioni vengono raggiunte dai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, e infine dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, giunto come vuole il protocollo dopo oltre un’ora dall’inizio dei colloqui.
Al termine Parolin e Bassetti si fermano con i giornalisti. «Abbiamo parlato di famiglia, scuola e problemi di giovani - riferisce il presidente della Cei –. C’è stata convergenza su tutti gli argomenti. Abbiamo sottolineato i problemi comuni di questa pandemia». A proposito dei quali, il porporato, ripresosi dal virus contratto in forma molto grave, ha detto: «Siamo in una condizione surreale. Delle volte mi sveglio la mattina e penso sia stato un brutto sogno. Comunque sono ottimista, la notte è lunga ma l’alba viene, come dice la sentinella di Isaia. Sta anche a noi costruirla con un impegno fattivo. Soprattutto pensando ai giovani che sono i più smarriti. Non è il tempo di pensare a noi ma come dice il Papa di essere il samaritano che si china dove c’è bisogno di curare un ferito».
Anche Parolin sottolinea «il clima sereno della conversazione». «Da parte nostra – aggiunge – non c’è stata nessuna richiesta pressante, abbiamo parlato di politiche familiari, scuola e politica estera. Il governo ha presentato le sue linee d’azione che ci trovano attenti soprattutto nell’intenzione di riportare al centro la famiglia e di sostenerla con adeguate politiche familiari». Quanto poi ai temi ambientali, il segretario di Stato vaticano si è detto convinto che la Santa Sede possa dare un apporto soprattutto di natura etica», ad esempio «sul piano educativo e su nuovi stili di vita».
Al termine dell’incontro Mattarella e le due delegazioni hanno visitato la mostra “Contemporanei a Palazzo Borromeo. Arte e design nell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede”, promossa dall’ambasciatore Sebastiani e curata da Cristina Mazzantini. In totale 15 opere di grandi artisti e 10 oggetti concepiti da designers, tutti italiani. Tra i nomi Arnaldo Pomodoro e Gio Ponti.
La storia
I Patti Lateranensi vennero firmati l’11 febbraio 1929 tra Italia e Santa Sede per mettere fine alla cosiddetta "Questione Romana", apertasi con la Breccia di Porta nel 1870. Nacque così lo Stato della Città del Vaticano e vennero regolati i rapporti bilaterali. Nel 1984 venne firmato un Accordo di revisione del Concordato.