Il Papa all'udienza del 14 febbraio - ANSA
Un lieve stato influenzale ha indotto ieri il Papa ad annullare «in via precauzionale» le udienze pubbliche della mattinata. Ma per oggi l’appuntamento dell’Angelus è confermato, ha fatto sapere la Sala Stampa della Santa Sede. Vedremo se - come è già avvenuto in analoga occasione lo scorso novembre - da Casa Santa Marta o se nella forma consueta dell’affaccio alla finestra su piazza San Pietro.
La notizia dell’indisposizione di Francesco è stata diffusa, sempre dalla Sala Stampa vaticana, ieri mattina, poco dopo le 9,00. E a seguire era arrivata anche la precisazione riguardo all’Angelus. Francesco avrebbe dovuto incontrare i diaconi della diocesi di Roma, che si preparano a diventare sacerdoti. Il suo discorso è stato comunque diffuso ai giornalisti e, come si dice in questi casi, si dà per letto.
Francesco ricorda che «la vita pastorale non è un manuale, ma un’offerta quotidiana; non è un lavoro preparato a tavolino, ma un’avventura eucaristica». E perciò il Pontefice insiste soprattutto sulla dimensione del servizio. «Il diaconato - scrive - è la base su cui si fonda il sacerdozio, il cui fondamento interiore è lo spirito di servizio, la coscienza diaconale». «Sarete preti per servire - aggiunge -, conformati a Gesù che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita».
Servire, avverte del resto il Papa, «è un verbo che rifiuta ogni astrattezza: vuol dire essere disponibili, rinunciare a vivere secondo la propria agenda, essere pronti alle sorprese di Dio che si manifestano attraverso le persone, gli imprevisti, i cambi di programma, le situazioni che non rientrano nei nostri schemi e nella giustezza di quello che si è studiato». È un atteggiamento costante che parla «il linguaggio della vicinanza», «che parla coi fatti più che con le parole».
Il prete, inoltre, non deve essere un leader, ma un cooperatore. Detto in altri termini, il presbitero è quindi «testimone di comunione, «che implica fraternità, fedeltà, docilità». Quella al sacerdozio, secondo Francesco, è una chiamata ad essere «coristi, non solisti; fratelli nel presbiterato e preti per tutti, non per il proprio gruppo». L’ultima raccomandazione del Papa ai diaconi e futuri sacerdoti riguarda il primato dello Spirito, per essere uomini di Dio: «Quando si conta sulle proprie forze, si rischia di trovarsi con un pugno di mosche in mano». Essere vicini al Signore, infatti mette al riparo anche dal «pericolo di covare dentro di sé un po’ di amarezza e di insoddisfazione per le cose che non vanno come vorremmo».
L’indisposizione di ieri non è la prima che costringe papa Bergoglio ad annullare le udienze. L’episodio più recente si è verificato il 25 novembre scorso (e anche allora era un sabato). Successivamente il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni comunicò che Francesco, nel pomeriggio di quello stesso giorno, si era recato al Gemelli Isola, per essere sottoposto ad una Tac che pur escludendo una polmonite, aveva mostrato una forte bronchite. Per una maggiore efficacia della terapia si era proceduto a posizionare un ago cannula per l’infusione di antibiotici per via endovenosa. Il giorno dopo il Papa aveva rinunciato alla recita dell’Angelus, affidandola a monsignor Paolo Braida. E il 26 novembre era giunta anche la notizia della rinuncia al viaggio a Dubai per la Cop 28 (1-3 dicembre). Francesco era poi uscito dal Vaticano per la prima volta dopo la bronchite l’8 dicembre, recandosi a piazza di Spagna per l’omaggio all’Immacolata. Ma di tanto in tanto, nelle settimane successiva, durante qualche udienza non aveva letto i discorsi , per non affaticarsi, dati gli strascichi delle difficoltà bronchiali.