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Il video di Romereports.comLa giovane malata dunque intona l'Ave Maria di Schubert. Ha una voce sottile e cristallina, che non teme di cimentarsi con le note più acute. Attorno a lei, improvvisamente, tutti fanno silenzio - come per un ordine che nessuno ha impartito. La quindicenne leva il suo canto limpido, e il Papa si china su di lei, assorto - quasi come se nemmeno lui si aspettasse quel canto, da una fanciulla poco più che bambina, in un reparto oncologico.
E a chi sta a guardare quel minuto a Città del Messico la domanda di Dostoevskij torna in mente, con tutta la ribellione che il dolore dei bambini genera, sempre. È una pietra miliare nell'ateismo, quell'antica domanda: se davvero Dio è così buono, perchè lascia soffrire i bambini? E non c'è alcuna risposta che possa aggiustare lo scandalo: se non il chinare la fronte davanti alla sofferenza di Cristo in croce - cui anche i bambini, come agnelli, misteriosamente partecipano.
Ma l'Ave Maria della fanciulla messicana, con la sua quieta limpidezza, addirittura suggerisce l'idea che, perfino a 15 anni - quanti forse ne aveva la Madonna nel giorno del suo "sì" all'Angelo - il dolore possa essere accettato, e offerto. È un mistero, quella preghiera chiara di una ragazza inseguita dal cancro. Forse per questo Francesco, chino su di lei, si commuove. E alla fine semplicemente, muto, la stringe fra le braccia.
Il canto di Alexia, 15 anni, all'ospedale pediatrico di Città del Messico, ha commosso il Papa. Guarda il video di Romereports.com.
La visita ai bambini dell’ospedale pediatrico/ Foto
La visita ai bambini dell’ospedale pediatrico/ Foto
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