Pietro «garanzia dell'unità». “Il fatto che il Sinodo agisca
sempre ‘com Petro e sub Petro’ non è una limitazione della libertà, ma
una garanzia dell’unità”, ha ricordato ai padri sinodali presenti oggi
in Aula Paolo VI il Papa, secondo il quale “la sinodalità, come
dimensione costitutiva della Chiesa, ci offre la cornice interpretativa
più adeguata per comprendere lo stesso ministero gerarchico”: “Chiesa e
Sinodo sono sinonimi”, perché la Chiesa non è altro che il “camminare
insieme del gregge di Dio sui sentieri della storia”. Se capiamo questo,
per Francesco capiamo anche che “al suo interno nessuno può essere
elevato al di sopra degli altri”; ma al contrario “nella Chiesa è
necessario che qualcuno si abbassi per mettersi al servizio dei fratelli
lungo il cammino”. Gesù ha costituito la Chiesa “ponendo al suo vertice
il Collegio apostolico, nel quale l’apostolo Pietro è la roccia, colui
che deve confermare i fratelli nella fede”, ha ricordato il Papa. “Ma in
questa Chiesa, come in una piramide capovolta, il vertice si trova al
di sotto della base. Per questo coloro che esercitano l’autorità si
chiamano ministri: perché sono i più piccoli tra tutti”. “Non
dimentichiamolo mai!”, ha esclamato Francesco: “Per i discepoli di Gesù,
ieri oggi e sempre, l’unica autorità è l’autorità del servizio, l’unico
potere è il potere della croce”.Saper distinguere dal flussi mutevoli dell'opinione pubblica. “Attraverso i padri sinodali, i vescovi
agiscono come autentici custodi, interpreti e testimoni della fede di
tutta la Chiesa, che devono saper attentamente distinguere dai flussi
spesso mutevoli dell’opinione pubblica”. È la raccomandazione del Papa,
che nel discorso pronunciato oggi in Aula Paolo VI ha affermato che “il
Sinodo dei vescovi è il punto di convergenza di questo dinamismo di
ascolto condotto a tutti i livelli della vita della Chiesa”. “Il cammino
sinodale comincia ascoltando il popolo e prosegue ascoltando i
Pastori”, ha rimarcato il Papa, ricordando le parole pronunciate alla
vigilia del Sinodo dello scorso anno, in cui aveva chiesto ai padri “il
dono dell’ascolto: ascolto di Dio, fino a sentire con Lui il grido del
Popolo; ascolto del Popolo, fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci
chiama”. Infine, il cammino sinodale “culmina nell’ascolto del vescovo
di Roma, chiamato a pronunciarsi come ‘Pastore e Dottore di tutti i
cristiani’: non a partire dalle sue personali convinzioni, ma come
supremo testimone della ‘fides totius Ecclesiae’, garante
dell’ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al
Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa”.
Papa Francesco nel discorso per il 50° del Sinodo: «I vescovi custodi di fede, distinguere dai flussi
spesso mutevoli dell’opinione pubblica». Pietro «garanzia di unità».
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