MESSA IN COENA DOMINI: NON ENTRINO IN NOI LE VANITA' Stasera papa Benedetto XVI ha celebrato nella basilica romana di San Giovanni in Laterano la messa in 'Cena Dominì del giovedì di Pasqua. Durante la liturgia, in ricordo dell'Ultima Cena in cui Gesù lavò i piedi ai suoi discepoli, il pontefice compie lo stesso gesto di umiltà, lavando i piedi a dodici preti della diocesi di Roma. "Preghiamo il Signore - ha detto Ratzinger durante l'omelia (
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ALLA MESSA DEL CRISMA: «SACERDOTI CONSACRATI ALLA VERITA'»«Ordinazione sacerdotale significa: essere immersi in Lui, nella verità». Con queste parole il Papa ha riassunto il senso del sacerdozio, nell'Omelia della Santa messa crismale celebrata nella Basilica di S. Pietro, momento con cui iniziano i riti del triduo pasquale e durante il quale si rinnovano le promesse sacerdotali. Ai sacerdoti della diocesi di Roma, riuniti in San Pietro per la benedizione degli olii crismali, Papa Ratzinger ricorda che la scelta della verità rappresenta un "sigillo" che "può diventare per noi un giudizio di condanna, se la nostra vita non si sviluppa entrando nella verità del Sacramento". Ma per tutti gli uomini vale il passaggio successivo dell'omelia
(vai al testo integrale) che mette in guardia dal mito del "voler essere autonomi" da ogni riferimento etico, mettendo al primo posto tra i nostri ideali quella che il Papa teologo definisce "l'autorealizzazione". Bisogna percorrere invece la via delle "piccole rinunce" per affermare nella propria vita una scala di valori corrispondente alla verità. "Questo 'sì' dei piccoli passi, che insieme costituiscono il grande 'sì', potrà realizzarsi - auspica - senza amarezza e senza autocommiserazione soltanto se Cristo è veramente il centro della nostra vita. Se entriamo in una vera familiarità con Lui. Allora, infatti, sperimentiamo in mezzo alle rinunce, che in un primo tempo possono causare dolore, la gioia crescente dell'amicizia con Lui, tutti i piccoli e a volte anche grandi segni del suo amore, che ci dona continuamente. 'Chi perde se stesso, si trova'".Secondo Bendetto XVI, "se osiamo perdere noi stessi per il Signore, sperimentiamo quanto sia vera la sua parola". L'ideale da raggiungere è "essere immersi nella Verità, in Cristo" e di questo processo, ricorda, "fa parte la preghiera, in cui ci esercitiamo nell'amicizia con Lui e impariamo a conoscerLo: il suo modo di essere, di pensare, di agire: pregare è un camminare in comunione personale con Cristo, esponendo davanti a Lui la nostra vita quotidiana, le nostre riuscite e i nostri fallimenti, le nostre fatiche e le nostre gioie; è un semplice presentare noi stessi davanti a Lui. Ma affinchè questo non diventi uno autocontemplarsi, è importante - conclude il Papa - che impariamo continuamente a pregare pregando con la Chiesa".E proprio alla sua ordinazione, avvenuta 58 anni fa, Benedetto XVI è tornato col pensiero alla fine dell’omelia, quando ha rivelato: "Alla vigilia della mia Ordinazione sacerdotale, 58 anni fa, ho aperto la Sacra Scrittura, perché volevo ricevere ancora una parola del Signore per quel giorno e per il mio futuro cammino da sacerdote. Il mio sguardo cadde su questo brano: 'Consacrali nella verità; la tua parola è verità'. Allora seppi: il Signore sta parlando di me, e sta parlando a me. Precisamente la stessa cosa avverrà domani in me".