Dodici anni dopo l’ultima delle tre visite di papa Wojtyla, Benedetto XVI giunge oggi per la prima volta a Praga da Pontefice. Lo fa in un momento assai significativo per la Repubblica Ceca e per l’Europa, in special modo per quella parte del continente che giusto due decenni fa usciva dalle grinfie del comunismo. Il viaggio che inizia questa mattina, il terzo fuori dall’Italia nel 2009, tredicesimo in totale del Pontificato, pur durando meno di tre giorni (papa Ratzinger farà ritorno a Roma lunedì sera), reca in sé diversi spunti di interesse, esemplificati dalla diversa fisionomia di ciascuna giornata. Più attenta alle istanze politiche e istituzionali quella odierna, dedicata al dialogo tra fede e cultura quella di domani e, infine, quasi come una sorta di riassunto che coniuga passato, presente e futuro la tappa di lunedì con la visita alla chiesa di San Venceslao, patrono della nazione, a Starà Boleslav. Il Papa atterrerà all’aeroporto internazionale di Praga, intorno alle 11,30. E sarà accolto dal presidente della Repubblica, Vaclav Klaus ,dall’arcivescovo di Praga, cardinale Miloslav Vlk, e dal presidente della Conferenza Episcopale Ceca, monsignor Jan Graubner. Una cerimonia di benvenuto che sarà seguita, nel corso della giornata odierna, da altri quattro impegni pubblici, il primo dei quali, oltre al suo valore religioso, ha anche un evidente messaggio per l’intera società ceca. Nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, infatti, poco dopo mezzogiorno, Papa Ratzinger offrirà una corona d’oro alla famosa statuetta del Bambino Gesù di Praga, come a rimarcare le radici cristiane di questa nazione e dell’intera Europa. Il gesto non solo si colloca all’inizio del viaggio, ma precede e in qualche modo introduce gli impegni più istituzionali del pomeriggio: la visita di cortesia al presidente della Repubblica, quindi l’incontro con le autorità politiche e civili e con il corpo diplomatico. Potrebbe essere questa l’occasione sia per ricordare i vent’anni della Rivoluzione di velluto, che segnò nel 1989 la fine del regime comunista anche nell’allora Cecoslovacchia, sia per dare uno sguardo all’Europa di oggi e di domani, segnata dalla crisi economica e dalle tante trasformazioni - anche generazionali - in atto (per una singolare coincidenza il viaggio si svolge negli stessi giorni delle elezioni in Germania, dove per la prima sono chiamati a votare i giovani nati dopo la caduta del Muro). La celebrazione dei Vespri con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e movimenti laicali nella Cattedrale di San Vito chiuderà la prima giornata della visita. La seconda, invece, cioè quella di domani, sarà divisa nettamente in due parti. Al mattino il Pontefice si recherà a Brno e vi celebrerà la Messa. La città, capoluogo della Moravia, che è la regione più cattolica, è anche il secondo centro della Repubblica Ceca in ordine di importanza. Negli ultimi venti anni è molto cresciuta sotto il profilo culturale, divenendo un’ambita meta turistica. Un’occasione, dunque, per approfondire il tema del rapporto tra fede e cultura, che sicuramente ritornerà anche nel pomeriggio, quando Benedetto XVI, tornato a Praga, incontrerà il mondo accademico nel Castello. Tra i due appuntamenti si inserirà l’incontro con il Consiglio ecumenico nazionale, tappa sicuramente importante per rafforzare il dialogo tra le Chiese, dopo che il famoso «mea culpa» di Giovanni Paolo II riguardo a Jan Hus aveva spianato la strada a una nuova stagione di rapporti. Nella terza giornata, infine, il Papa si recherà a Starà Boleslav, nella ricorrenza liturgica di San Venceslao, il santo che simboleggia l’unità nazionale, pranzerà con i vescovi nell’arcivescovado di Praga e terrà il suo discorso conclusivo all’aeroporto. Un itinerario, quello di lunedì, che partendo dalle radici sembra guardare dritto verso il futuro.