"Nella visione che ispira la Costituzione italiana, noi riconosciamo pienamente che il fatto religioso e la presenza religiosa hanno una dimensione pubblica e un valore pubblico". La sottolineatura viene dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso del ricevimento al Quirinale della delegazione dei partecipanti al summit dei leader religiosi in occasione del prossimo G8 all'Aquila a guida italiana.Il capo dello Stato afferma con forza che "senza pericolose confusioni fra politica e religione, nella piena autonomia dell'una e dell'altra sfera, abbiamo bisogno di questo apporto". Il capo dello Stato sottolinea che l'incontro dei leader religiosi riuniti nel summit in occasione del prossimo G8 "ha un rilevante significato, che non può sfuggire a nessuno", specie se si considera che "è essenziale un ristabilimento di valori spirituali e morali, che sono stati largamente assenti dalle determinazioni di molti soggetti economici e politici" sfociate poi nella crisi economica e finanziaria che ha investito il mondo globalizzato.Napolitano ricorda che "nel passato, le riunioni dei capi di Stato e di governo avevano luogo in formato più ridotto, con la partecipazione dei soli paesi all'epoca più industrializzati del mondo, possiamo dire dei soli paesi più ricchi, che rappresentavano -osserva- solo alcune componenti del mondo delle religioni. Oggi, invece, il panorama è profondamente cambiato. Sotto l'egida del G8 si riuniranno ben più dei rappresentanti di otto paesi, perchè saranno 14 il secondo giorno e oltre una ventina il terzo giorno i capi di Stato e di governo, compresi i rappresentanti delle nuove economie emergenti e di grandi e popolosi paesi che stanno affermando il loro ruolo crescente sulla scena mondiale e che saranno presenti all'Aquila", compresi "i rappresentanti del continente maggiormente afflitto dallo sfruttamento, dalla povertà, dalle guerre e dalla fame: l'Africa". Sottolinea Napolitano: "Verranno così superati i limiti della partecipazione alle riunioni di capi di Stato e di governo nonchè i limiti di contenuto che caratterizzarono prima il G7 e poi le successive fasi del G8. Da un lato, è ormai evidente -osserva- che per la crescita dell'economia mondiale non bastano piùle intese fra pochi grandi paesi industrializzati: viviamo nell'era del mondo globale e la crisi economica e finanziaria che ha investito il mondo nella sua globalità, al di là dei confini nazionali e dei continenti, dimostra che si può garantire lo sviluppo e il progresso mondiale solo attraverso uno sforzo congiunto, che riunisce le energie del numero più grande di paesi di tutti i continenti"-In tal senso, "non c'è prospettiva e non c'è sviluppo per i paesi appartenenti a tutti i continenti, se non si riesce a riaffermare e riformulare grandi valori di convivenza, di dialogo, di rispetto delle diversità, di collaborazione pacifica" accanto alla conferma dei "valori di libertà, responsabilità e solidarietà".Perchè, ribadisce ancora una volta Napolitano, "sentiamo che in questa crisi economico-finanziaria globale, sono in gioco grandi scelte e grandi valori" e nel "mettere in atto tutti gli sforzi per superarla" non si può non rendersi conto che "è essenziale un ristabilimento di valori spirituali e morali, che sono stati largamente assenti dalle determinazioni di molti soggetti economici e politici".