Madre Terra, un'illustrazione di Doriano Solinas - Archivio Avvenire
Un "dialogo onesto" tra il successore di Pietro e un "agnostico pio" sull’ecologia integrale promossa dall’enciclica Laudato si’. È questo "Terrafutura", il volume curato da Carlo Petrini coedito da Giunti e Slow Food in libreria da domani. Il libro, che si apre con tre colloqui inediti di Petrini con papa Francesco avvenuti prima e durante la pandemia, è stato presentato oggi nella Sala Marconi della Radiovaticana dallo stesso Petrini, da padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, e dal vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, il presule che ha assistito ai colloqui e ha prefato il volume.
Numerosi gli spunti lanciati dai tre intervenuti. Di "dialogo onesto" come "metodo radicale" quanto mai necessario nell’odierno contesto politico-culturale ha parlato padre Spadaro che ha anche sottolineato come l’"agnostico pio" - è così che nel libro il Papa chiama Petrini - è cosa ben diversa dall’"ateo devoto", in quanto, per Francesco la pietas "ha un significato ben preciso e riguarda non la frequentazione di temi cattolici o di ambienti curiali, ma l’atteggiamento nobile nei confronti della natura".
Il direttore della Civiltà Cattolica ha rilanciato suggestioni sulla "biodiversità culturale", sulla "democrazia vegetale" e sulla "sinodalità civile". Osservando che "nella Chiesa le discussioni non sono un problema", padre Spadaro ha citato uno dei tre dialoghi contenuti nel volume, facendo notare che la Chiesa nella storia "è andata avanti grazie agli strappi, agli slanci in avanti", ecco perché "c’è bisogno di accendere discussioni e mettere in circolo energie".
Padre Spadaro poi ha poi ricordato che la terza enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti, "arriva a cinque anni dalla Laudato si’, che ha messo in evidenza il tema della connessione tra gli esseri umani e il mondo, con le tematiche ecologiche ad esso connesse". "Pur senza aver ancora a disposizione il documento – ha quindi precisato – possiamo aspettarci che questi temi e il tema della fratellanza, che il Santo Padre valorizza fin dal titolo, siano presenti e che la Laudato si’ e il documento di Abu Dhabi confluiranno in esso, alla luce di San Francesco".
"Carlin" Petrini da parte sua ha ricordato quando papa Francesco gli ha chiesto l’indirizzo per poterlo invitare come uditore al Sinodo per l’Amazzonia, "una delle esperienze più belle della mia vita". E poi ha parlato della sua amicizia con monsignor Pompili, e di come insieme hanno dato vita alle Comunità internazionali Laudato si’, oggi una sessantina in Italia, i cui rappresentanti saranno ricevuti sabato prossimo nella Sala Clementina dal Santo Padre.
"Intelligenza affettiva e austera anarchia", sono per Petrini le caratteristiche delle Comunità che, sulla spinta della Laudato si’, dall’agosto del 2017 hanno fatto di Amatrice un luogo di riferimento permanente per studi sul fronte ambientale ed educativo, a livello internazionale.
"Promuovere azioni per un’ecologia integrale e modificare gli stili di vita e i comportamenti quotidiani": così monsignor Pompili ha riassunto lo spirito delle Comunità Laudato si’, che partono dall’idea che "lo sviluppo è più di un semplice progresso: è spinta propulsiva che non si è estinta e resta a disposizione del mondo anche per superare la pandemia in corso". Perché "come dice il Papa, non tutto è compromesso: è possibile modificare l’insensatezza di un progresso economico che compromette il futuro della terra".
Concordando con Petrini che il messaggio della Laudato si’ ha faticato a fare breccia anche all’interno del mondo cattolico, il vescovo di Rieti ha osservato che accadde qualcosa di simile anche con la Rerum Novarum di Leone XIII, che poi però è diventata una pietra miliare che segnato una svolta nel magistero sociale della Chiesa cattolica.