Sono ancora incorrotte, da quel 14 agosto 1730 quando vennero rubate dalla basilica di San Francesco, per poi essere ritrovate tre giorni dopo, in pessimo stato, nella cassette delle elemosine di Santa Maria in Provenzano. Le 223 ostie del miracolo eucaristico di Siena – uno dei più noti e venerati al mondo – sono come appena consacrate, «incontaminate», come se il tempo (274 anni) non fosse passato: a rivelarlo è un’analisi scientifica, autorizzata dalla Congregazione per la dottrina della fede, disposta dall’arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino monsignor Antonio Buoncristiani e condotta da una commissione di esperti della quale ha fatto parte anche un ricercatore del Cnr. Le ostie sono state sottoposte con ogni cautela a una serie di test con strumentazione specifica (tra gli altri, è stato usato anche un microscopio digitale) non rilevando alcuna crescita microbica sia dopo 7 giorni dal campionamento sia dopo 14. In altre parole, le particole venerate a Siena sono incorrotte. Un fenomeno scientificamente inspiegabile trattandosi di composti che vanno incontro a una naturale decomposizione per l’attacco di muffe e batteri che, invece, sulle sacre specie senesi sembrano non avere alcun potere. La ricognizione è stata effettuata alla vigilia dell’Anno eucaristico indetto dall’arcivescovo Buoncristiani (1° novembre 2014-4 ottobre 2015), durante il quale Siena si aprirà ai pellegrinaggi. Papa Francesco ha concesso l’indulgenza plenaria a quanti «alle dovute condizioni si recheranno devotamente in adorazione delle SS. Particole – si legge in una nota della Chiesa senese – tanto nella Basilica di San Francesco quanto in tutte le chiese dell'Arcidiocesi nelle quali il Miracolo Eucaristico sarà esposto alla pubblica adorazione».
Cent'anni dopo l'ultima ricognizione, e alla vigilia dell'Anno eucaristico indetto dalla diocesi, le 223 particole del Miracolo eucaristico di Siena sono sempre intatte. Lo rivela uno studio scientifico.
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