venerdì 28 giugno 2024
Il sacerdote ambrosiano, collaboratore della pastorale giovanile, noto anche come influencer, commenta il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato
undefined

undefined - undefined

COMMENTA E CONDIVIDI

È tutta una questione di relazioni. Dal fatto che siano buone o cattive dipendono molte cose nella vita degli uomini e delle donne del nostro tempo. E anche nel rapporto con la natura. Don Alberto Ravagnani, sacerdote dell’arcidiocesi di Milano e collaboratore della pastorale giovanile diocesana, noto anche come influencer, sceglie questa chiave di lettura per commentare il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. «Noi siamo le nostre relazioni, anche la relazione con il creato. E come quando roviniamo i rapporti con gli altri siamo meno umani, più dissimili dal progetto di Dio su di noi, così lo siamo anche quando roviniamo il rapporto col creato, spadroneggiamo sulla natura e inquiniamo l’ambiente».

Quali spunti di azione vede nel Messaggio del Papa?

La questione ambientale sta particolarmente a cuore ai giovani di oggi, perché l’attuale crisi climatica incombe sul loro futuro e su quello dei loro figli come una minaccia sempre più ineluttabile. Per questo penso che il tema della cura del Creato andrebbe inserito nella pastorale giovanile per la formazione della fede delle nuove generazioni.

Molti giovani, però, oggi, sono distanti dalla fede.

È vero. Ma può essere anche un motivo di richiamo. Per la maggior parte di loro l’impegno e la mobilitazione per la salvaguardia dell’ambiente, pur non essendo questioni di fede, hanno un grande valore spirituale. Per i giovani cristiani, invece, proprio la fede può essere il principale motivo di una decisa e rinnovata azione a favore della casa comune. Non solo la paura del futuro, insomma, ma la speranza dell’eschaton, la consapevolezza che c’è in gioco il nostro destino nell’eternità.

Che cosa propone, dunque?

Una rinnovata attenzione al mondo digitale da parte della Chiesa, altrimenti si rischia di restare fuori dal mondo. Proprio attraverso la rete si può proporre al mondo l’ecologia umana integrale di papa Francesco nella Laudato si’, unire la sua voce a quella di milioni di altri giovani sensibili a questa causa e offrire a tutti la forza della comunione. In occasione della prossima Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato è importante che la Chiesa lanci il messaggio del Papa sui social per raggiungere i giovani e si preoccupi di comunicarlo in modo da essere adeguatamente compresa nel suo intento.

A proposito di giovani, come vede le proteste di quei gruppi, come “Ultima generazione”, che attaccano monumenti e opere d’arte?

Sono proteste divisive. Non è vero che tutti i giovani vogliono protestare così. Credo che la maggioranza di loro desideri impegnarsi senza distruggere, dando forma a qualcosa di nuovo. È molto più facile prendersela con cose e persone, più difficile acquisire competenze che sul lungo periodo possono lasciare il segno.

C’è comunque un messaggio che da queste proteste si può e si deve cogliere?

Penso che denotino insofferenza verso le posizioni dei potenti del mondo riguardo ai temi ambientali. Da parte mia, piuttosto che incentivare iniziative del genere, credo sia meglio dare ai giovani possibilità concrete di fare qualcosa.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: