giovedì 28 agosto 2014
I Patriarchi delle chiese orientali denunciano le persecuzioni commesse in Iraq, Siria ed Egitto dall'Is e chiedono alle istituzioni locali di intervenire. "Costretti ad emigrare insieme ad altre minoranze". A settembre i vescovi americani si riuniranno, presente anche il cardinal Filoni.  
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I cristiani e le altre minoranze perseguitate dagli jihadisti attendono un aiuto decisivo da parte della comunità internazionale. "Se continuate a dormire i terroristi arriveranno fin sotto le vostre case", è il drammatico appello di Shlemon Wardouni, vescovo ausiliare del Patriarcato di Babilonia della chiesa cattolica dei Caldei, che denuncia l'inerzia del mondo occidentale rispetto all'Isis. Ma anche il cardinale Antonio Maria Vegliò, alla guida della Pastorale dei migranti, dopo aver incontrato oggi Papa Francesco, ha detto senza mezzi termini: "La comunità internazionale fa molto poco". Un appello a intervenire per fermare questo "crimine contro l'umanità" arriva dai Patriarchi orientali che in questi giorni si sono riuniti in Libano. Tornano a chiedere che i rappresentanti dell'Islam si pronuncino contro l'Isis e contro tutti i fondamentalisti autori di "crimini odiosi". I Patriarchi delle Chiese orientali saranno dal 9 al 12 settembre a Washington, al Congresso organizzato dai vescovi americani per riflettere su quello che sta accadendo in tanti Paesi del mondo contro i cristiani e altre minoranze. Una nuova 'shoah', come anche il cardinal Vegliò, ha detto oggi, sottolineando però che "nessuno potrà dire che non sapeva". E negli Stati Uniti volerà anche il cardinale Fernando Filoni, che è stato di recente in Iraq, e tra gli sfollati in Kurdistan, come inviato personale di Papa Francesco. Per il Vaticano andrà anche il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, il cardinale argentino Leonardo Sandri. L'incontro in America è stato convocato per sensibilizzare l'Occidente ma anche per valutare un coinvolgimento del Consiglio di sicurezza dell'Onu su questa tragedia. "La situazione dei cristiani - ha detto oggi mons. Wardouni dal Meeting di Cl in corso a Rimini - è catastrofica. Quello che sta accadendo rappresenta una tragedia inimmaginabile. Migliaia di persone, moltissimi bambini vengono ammazzati senza pietà, soprattutto quelli yazidi. Io sono qui per gridare all'Occidente di svegliarsi da un sonno profondo durato troppo tempo. Bisogna ricominciare a costruire la pace". Secondo il vescovo, bisogna intervenire, sia per via diplomatica sia, se necessario, per via armata. Anche i Patriarchi chiedono all'Occidente "un intervento deciso" e definiscono "legittimo" l'uso della forza perché "abbiamo il diritto di difenderci e chiediamo di essere difesi". Ma è di altro avviso padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. Anche il gesuita parla al Meeting di Rimini e dice che Papa Francesco invita a "fermare, disarmare. I bombardamenti e gli interventi ai quali abbiamo assistito in anni recenti non hanno risolto nulla. Anzi hanno creato mostri peggiori con i quali oggi dobbiamo confrontarci. Papa Francesco ha ben presente questa dinamica perversa. La sua iniziativa di preghiera per la Siria in questo senso è stata esemplare, come lo fu quella di Giovanni Paolo II, inascoltata purtroppo, contro la guerra in Iraq".
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