E' scontro tra la leadership politico-religiosa iraniana e l'opposizione all'indomani delle violente manifestazioni di piazza che hanno causato diverse vittime a Teheran e in altre città.La moglie del candidato riformista sconfitto Mir Hossein Mussavi ha annunciato che le proteste continueranno. Al tempo stesso la donna ha lanciato un appello per tutte le persone arrestate durante le dimostrazioni popolari. «Sono rammaricata per gli arresti, tra cui ci sono molti politici e voglio il loro immediato rilascio» ha detto Zahra Rahnavard, aggiungendo che «è mio dovere continuare le proteste proteste legittime in difesa dei diritti degli iraniani». Rahnavard ha anche condannato la presenza militare nelle strade di teheran.Dura la replica, indiretta, della Guida suprema iraniana l'ayatollah Ali Khamenei che,ricevendo i membri del parlamento, ha dichiarato: «Il sistema islamico e il popolo non accetteranno ad alcun costo l'uso della forza», riferendosi indirettamente alle manifestazioni contro il responso delle urne che ha premiato l'attuale presidente Ahmadinejad. Intanto il ministro dell'Interno di Teheran Sadeq Mahsouli ha dichiarato che i «rivoltosi» coinvolti nelle violenze post-elettorali sono stati finanziati dalla Cia e dal gruppo d'opposizione in esilio dei mujaheddin del popolo iraniano.Prosegue intanto la repressione degli oppositori: venticinque fra giornalisti e dipendenti del giornale Kalemeh Sabz che sosteneva Mussavi sono stati arrestati due giorni fa, secondo quanto denunciato oggi all'agenzia France Presse da un membro della redazione. «Si tratta di cinque o sei membri del personale amministrativo, mentre gli altri sono giornalisti. Sono stati arrestati lunedì», ha dichiarato Alireza Beheshti, aggiungendo che «gli agenti presentatisi al giornale non hanno esibito un mandato».