giovedì 3 agosto 2023
Anche i militari italiani partecipano all'incontro mondiale nella capitale lusitana. «Qui sperimentiamo il senso autentico della fraternità. Un tesoro per le nostre missioni internazionali»
I giovani militari della diocesi castrense italiana, a Lisbona per la Gmg

I giovani militari della diocesi castrense italiana, a Lisbona per la Gmg - Imeneo

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Lisbona «Gesù, mi aspetti per dirmi cosa?»: questa è la domanda che l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, Santo Marcianò, ha consegnato alla delegazione di 75 giovani che sono arrivati nei giorni scorsi a Lisbona per partecipare alla Gmg. «Siete rappresentanti di quei giovani meravigliosi che sono i militari, vi auguro di trascorrere delle giornate intense all’insegna della fraternità ». Ed è proprio l’esperienza della comunione al centro del pellegrinaggio lusitano organizzato dalla diocesi castrense: i cappellani e i laici della delegazione alloggiano presso la base militare Etna (Scuola di formazione tecnica navale della Marina militare portoghese), una scelta legata alla volontà di costruire un gemellaggio solido e duraturo nel tempo.

Sulla stessa lunghezza d’onda è da leggersi l’iniziativa della “Festa internazionale” condivisa ieri sera insieme ai militari di Spagna, Francia, Polonia, Portogallo e Austria. I militari che hanno lodato il Signore per il dono di questa esperienza portoghese, sono gli stessi che domani si troveranno l’uno accanto all’altro nelle missioni estere interforce sia della Nato che dell’Onu: la fraternità, anche quella costruita grazie all’esperienza della Gmg, è alla base delle missioni di pace, è il primo mattone che permette ad ogni militare di edificare il bene comune. Per questo motivo la Gmg non è solo un evento: la diocesi guidata da Marcianò ha voluto che fosse preparata con un solido percorso accompagnato da un sussidio.

Tutto è iniziato a gennaio 2022: diecimila donne e uomini delle forze armate italiane sono stati coinvolti nel progetto pastorale “Direzione Lisbona”. Un libro-diario ha scandito gli incontri mensili che sono stati proposti in ogni scuola militare del Belpaese: le catechesi sono state centrate su temi scelti dagli scritti di papa Francesco, Teresa di Calcutta, Paolo Borsellino, Fedor Dostoevskij, Blaise Pascal, Vincent Van Gogh, il Dalai Lama e Antoine de Saint-Exupery. I responsabili di questo percorso educativo proposto dall’ordinariato sono don Mauro Medaglini e don Pierluigi Plata, entrambi presenti a Lisbona, che insieme condividono la responsabilità della Pastorale giovanile dell’ordinariato. Insieme a loro, hanno svolto un ruolo chiave il rettore della Scuola Allievi Cappellani (il Seminario dell’ordinariato), don Rino De Paola, e il vicerettore don Saverio Finotti: in Portogallo, infatti, sono presenti anche dodici allievi cappellani.

Don Mauro Medaglini spiega ad Avvenire il significato della presenza dei cappellani tra i giovani delle forze armate: «Stare in mezzo a loro ci permette di percepire le sensibilità nascoste riguardo la fede e il senso delle cose... sono giovani come gli altri, vivono la fede attraverso la loro professione e, proprio grazie alla loro fede, danno un senso al loro servizio». Don Mauro, poi, racconta l’esperienza di una navigazione di sei mesi condivisa con un equipaggio composto per lo più da molti giovani: «Coloro che sembravano più ostili si sono rivelati poi i più profondi, dalla rabbia o dalla delusione si è passati alla ricerca e quindi alla scoperta della fede. Oggi chiedono di partecipare alla Messa e di essere accompagnati nel loro cammino personale e spirituale».

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