sabato 14 settembre 2024
Tornando da Singapore, Francesco ha risposto ad alcune domande sui rapporti tra la Santa Sede e Pechino. «Possibile la collaborazione per fermare i conflitti in corso»
Il Papa: la Cina? È una promessa e una speranza per la Chiesa
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La possibile collaborazione tra Cina e Santa Sede per la soluzione dei conflitti. La soddisfazione per il buon risultato dei dialoghi con la Cina nell’ambito dell’Accordo Santa Sede-Cina sulle nomine dei vescovi. Il rinnovo della sua ammirazione e del rispetto per la Cina e del suo desiderio-sogno di poterla visitare. Poi una dichiarazione solenne: «Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa».

Questo in sintesi quanto papa Francesco ha dichiarato rispondendo alle domande poste per la prima volta su un volo papale da una testata online della Cina continentale. Per la prima volta, infatti, l’inviata del sito cinese Tianouzhiku, presente sul volo papale di ritorno da Singapore, ha potuto rivolgere le domande provenienti dalla Repubblica popolare cinese dopo aver seguito per la testata il viaggio più lungo che dal 2 al 13 settembre lo ha visto pellegrino in Estremo Oriente. Certamente è un dato significativo del progredire della reciproca conoscenza, in considerazione e nella prospettiva della nuova pagina nei rapporti tra la Repubblica popolare cinese e la Santa Sede che si è aperta in seguito all’Accordo sulle nome dei vescovi siglato il 22 settembre 2018.

Un Accordo provvisorio che ha fatto ormai non poca strada, essendo stato rinnovato una prima volta il 22 ottobre 2020, prorogato per un altro biennio il 22 ottobre 2022 ed ora in attesa di un rinnovo per altri due anni e che alla luce anche di queste dichiarazioni papali, appare certo.

Alla domanda diretta: «Lei è soddisfatto o no dei risultati del dialogo, che sono stati finora ottenuti?» papa Francesco ha risposto in modo chiaro ed eloquente: «Io sono contento dei dialoghi con la Cina, il risultato è buono, anche per la nomina dei vescovi si lavora con buona volontà. E per questo ho sentito la Segreteria di Stato, su come vanno le cose: io sono contento». Soprattutto di particolare interesse l’affermazione: «Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa». Due considerazioni che il Papa non aveva ancora espresso pubblicamente e in un contesto internazionale. Aveva invece già in precedenza e in diverse occasioni pubbliche espresso ammirazione per la Cina e la volontà di recarsi in visita del «nobile popolo» della Cina come nel viaggio che lo scorso anno lo ha portato in Mongolia sorvolando i cieli della Repubblica popolare cinese.

In questo viaggio ha invece così riaffermato: «La Cina per me è una ilusión [un desiderio], nel senso che io vorrei visitare la Cina, perché è un grande Paese; io ammiro la Cina, rispetto la Cina. È un Paese con una cultura millenaria, una capacità di dialogo, di capirsi tra loro che va oltre i diversi sistemi di governo che ha avuto».

Il Papa al termine della Messa alla 'Steppe Arena” di Ulaanbaatar in Mongolia il 3 settembre 2023, assieme al vescovo emerito di Hong Kong, il cardinale John Tong Hon, e il vescovo di Hong Kong, Stephen Chow Sau-yan, oggi cardinale. In quell'occasione il Papa aveva rivolto parole di incoraggiamento ai cattolici cinesi

Il Papa al termine della Messa alla "Steppe Arena” di Ulaanbaatar in Mongolia il 3 settembre 2023, assieme al vescovo emerito di Hong Kong, il cardinale John Tong Hon, e il vescovo di Hong Kong, Stephen Chow Sau-yan, oggi cardinale. In quell'occasione il Papa aveva rivolto parole di incoraggiamento ai cattolici cinesi - Vatican Media

Una ilusión, un desiderio che probabilmente è ripreso da san Francesco Saverio che proprio da queste terre, a Malacca, il gesuita si era imbarcato nel 1552 per raggiungere la Cina e morì nell’isola di Sanciano, vegliato da un amico cinese, giusto di fronte alla costa del Regno di Mezzo, a poche miglia marine dal sogno di vita che Matteo Ricci riuscì a compiere pochi decenni più tardi.

Suggestioni che vengono proprio da Singapore, l’ultima tappa del lungo viaggio, dove il Papa ha risieduto nella St. Francis Xavier Retreat Centre. Ma Singapore è soprattutto una città-Stato che ha il 74 certo della popolazione cinese, oltre ad essere molto simile a quella delle avveniristiche città della Cina Continentale, anche per il modello di convivenza armoniosa e pacifica. E dunque dalla vicinanza alla Cina continentale viene la domanda riguardo agli sforzi fatti dalla Cina per il raggiungimento di un cessate-il-fuoco nelle regioni sotto conflitto, come la Striscia di Gaza, considerato che a fine luglio è stata firmata la “Dichiarazione di Pechino” per porre fine alle divisioni tra i palestinesi. La discesa in campo della Cina come mediatore per risolvere i conflitti e dunque come partner per la soluzione delle guerre è una possibilità accarezzata da tempo.

Alla domanda «se ci sono spazi di collaborazione sulla pace tra la Cina e la Santa Sede», papa Francesco ha risposto affermativamente. «La collaborazione si può fare, e per i conflitti certamente». Anche questa affermazione non era mai stata fatta in modo così chiaro in precedenza dal Papa. «In questo momento – ha poi aggiunto – il cardinale Zuppi si muove in questo senso e ha rapporti anche con la Cina».

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