mercoledì 25 febbraio 2009
La preghiera nella chiesa romana di Sant’Anselmo, poi la processione penitenziale fino alla Basilica di Santa Sabina dove si è svolto il rito delle Ceneri, che il Pontefice ha ricevuto dal cardinale Tomko. Niente udienza generale ieri per Ratzinger, che nel giorno che apre il cammino quaresimale ha rilanciato l’invito alla «vera conversione».
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Alla «porta liturgica» della Quaresima, Benedetto XVI è tornato ieri a lanciare un appello «a pregare perché ciascuno intraprenda un cammino di vera conversione». Con l’augurio che questo tempo liturgico, contrassegnato «da uno stile di vita austero e penitenziale», sia «stimolo all’amore sincero» verso il prossimo, «specialmente verso i più poveri e bisognosi». L’occasione per rinnovare questo auspico è stata la celebrazione, nella Basilica romana di Santa Sabina, del tradizionale rito delle ceneri, che Papa Ratzinger ha avuto imposte dal cardinale Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e titolare della basilica sull’Aventino. Benedetto XVI – che ieri non ha tenuto l’udienza generale – è arrivato attorno alle 16,20 nella chiesa di Sant’Anselmo da dove, dopo un momento di preghiera, vestiti i paramenti viola caratteristici della Quaresima, ha guidato tra due fitte ali di folla la processione penitenziale fino alla vicina Basilica di Santa Sabina. Il Pontefice era affiancato dai diaconi, e seguito da cardinali, arcivescovi e vescovi, dai padri domenicani di Sant’Anselmo e Santa Sabina e da gruppi di fedeli. Tra i cardinali presenti il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone; il prefetto della Congregazione per i vescovi, Giovanni Battista Re; il presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace, Renato Raffaele Martino; il vicario di Roma Agostino Vallini e il suo predecessore, Camillo Ruini. Arrivato a Santa Sabina ha avuto inizio il rito, presieduto dal Papa, che nell’omelia ha sottolineato come con i testi liturgici del Mercoledì delle Ceneri «la Chiesa si preoccupa di mostrarci quale debba essere l’orientamento del nostro spirito, e ci fornisce i sussidi divini per percorrere con decisione e coraggio, illuminati già dal fulgore del Mistero pasquale, il singolare itinerario spirituale che stiamo iniziando». Itinerario in cui, ha sottolineato, «l’appello alla conversione affiora come tema dominante in tutte le componenti dell’odierna liturgia», richiamando quindi l’invito al popolo cristiano «a pregare perché ciascuno intraprenda 'un cammino di vera conversione'». I tratti caratteristici della proposta spirituale del Mercoledì delle Ceneri, ha aggiunto, sono il riconoscimento del «tarlo della vanità che porta all’ostentazione e all’ipocrisia, alla superficialità e all’autocompiacimento»; per questo, ha osservato, occorre «nutrire la rettitudine del cuore», tenendo conto che «il mezzo per crescere in questa purezza di intenzione» sta nel «coltivare l’intimità con il Padre celeste». Larga parte dell’omelia è stata poi dedicata da Benedetto XVI, in quest’anno dedicato a san Paolo, ai passi delle lettere dell’Apostolo delle genti in cui si parla di conversione e della riconciliazione. Paolo, che ci indica i «tre mezzi utili per portare a compimento la lotta tra il bene e il male: la preghiera, l’elemosina e il digiuno», è cosciente «di essere stato scelto – ha sottolineato il Papa – come esempio». E «questa sua esemplarità riguarda proprio la conversione, la trasformazione della sua vita avvenuta grazie all’amore misericordioso di Dio», e «l’intera sua predicazione, e prima ancora, tutta la sua esistenza missionaria, furono sostenute da una spinta interiore riconducibile all’esperienza fondamentale della 'grazia'».
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