La speranza «non è solo un ideale o un sentimento». La speranza ha un nome, perché «è una persona viva», è Cristo. Per questo, soprattutto in questi tempi di crisi, di fronte a una «società smarrita» per «l’oblio di Dio», continuamente tentata dalle «false chimere», dall’«idolatria» del denaro, del successo e della carriera, è necessario tornare alla speranza «salda ed affidabile». E, dunque, la «missione impegnativa» in cui tutti i cristiani, ma soprattutto i giovani devono impegnarsi è «una nuova evangelizzazione che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio». È quanto scrive Benedetto XVI nel messaggio scritto per la XXIV Giornata mondiale della gioventù, che quest’anno si svolgerà a livello diocesano il 5 aprile, nella tradizionale collocazione della Domenica delle Palme, e che ha per tema Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente. «L’esperienza – si legge nel testo, diffuso ieri dalla Sala Stampa della Santa Sede – dimostra che le qualità personali e i beni materiali non bastano ad assicurare quella speranza di cui l’animo umano è in costante ricerca». Infatti, osserva il Pontefice, «la po-litica, la scienza, la tecnica, l’economia e ogni altra risorsa materiale da sole non sono suffi- cienti per offrire la grande speranza a cui tutti aspiriamo». Questa speranza, afferma Papa Ratzinger, «può essere solo Dio», anche e soprattutto per quei giovani «feriti dalla vita, condizionati da una immaturità personale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte educative permissive e libertarie e di esperienze negative e traumatiche» che in alcuni sfociano in «comportamenti a rischio e violenti, verso droghe e alcool, e tante altre forme di disagio giovanile». Ma, chiede Papa Ratzinger, «come annunciare la speranza a questi giovani?». Per Benedetto XVI la risposta sta nell’impegno «primario di tutti » in una «nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio». Per questo, sull’esempio di san Paolo, il Papa esorta i giovani a fare spazio alla preghiera, partecipando anche a «gruppi e movimenti», a prendere parte «alla liturgia nelle parrocchie», a nutrirsi «della Parola di Dio e dell’Eucaristia». «Se vi nutrite di Cristo, cari giovani, non potrete non farlo conoscere e amare da tanti altri vostri amici e coetanei. La Chiesa – si legge nel Messaggio – conta su di voi per questa impegnativa missione: non vi scoraggino le difficoltà. Testimoniate il Risorto e fatelo conoscere a quanti, vostri coetanei e adulti, sono in cerca della 'grande speranza' che dia senso alla loro esistenza ». In particolare, il Pontefice esorta a fare «scelte che manifestino la vostra fede», mostrando «di aver compreso le insidie dell’idolatria del denaro, dei beni materiali, della carriera e del successo, e non lasciatevi attrarre da queste false chimere». Allo stesso modo «non cedete alla logica dell’interesse egoistico – prosegue – ma coltivate l’amore per il prossimo e sforzatevi di porre voi stessi e le vostre capacità umane e professionali al servizio del bene comune e della verità». Sydney: la folla dei giovani pellegrini alla Gmg 2008 (foto Siciliani)