Don Giuseppe Loizzo, al centro
Jacopo, Simone e Alessandro: comici per andare alla Gmg
Le storie di quanti partecipano alla Giornata mondiale della gioventù non finiscono mai di stupire. Succede anche a Panama, tanto per non smentire una tradizione lunga oltre 30 anni. Jacopo Cassenti, 19 anni, è alla sua prima Giornata mondiale della gioventù. Frequenta il primo anno della facoltà di Matematica a Pavia. Lui è della diocesi di Tortona. Ha tre fratelli, ma mai nessuno ha partecipato a questi eventi con il Papa. “Sono stati i miei amici Simone e Alessandro a convincermi – confida Jacopo -. Appena
tornati da Cracovia mi dissero che era un'esperienza unica, un'altra realtà, un'altra dimensione. Giovani da ogni parte del mondo che si trovavano assieme per lo stesso motivo. Il loro entusiasmo è stato contagioso”.
C'erano poi i costi, non bassi, da abbattere, per poter partecipare. “La diocesi ci ha sostenuto – continua Jacopo -. Infatti siamo qui in nove. I miei mi hanno incoraggiato, ricordandomi che quando torno incombono gli esami universitari. Poi, sempre con Simone e Alessandro abbiamo organizzato uno spettacolo comico che abbiamo messo in scena nel teatro parrocchiale, a Stradella, in provincia di Pavia. E' stato un successo. In questo modo siamo riusciti a recuperare 500 euro per ogni
partecipante”.
Stanco, ma felice, Jacopo non è indifferente all'accoglienza che qui riserva la gente, anche per strada. “Tutti ti salutano – conclude – e le persone che si incontrano danno il senso a queste giornate molto piene”.
Parroco da una settimana, va lo stesso a Panama
Don Giuseppe Loizzo, 31enne, è prete da cinque anni. Da poco più di una settimana è parroco a Gravina, in provincia di Bari, diocesi di Altamura. “Mi aspettano al rientro con l'entusiasmo che questi eventi sanno trasmettere. In realtà avevo prenotato la Gmg molto prima rispetto alla nuova nomina. E poi sono qua con il vescovo. I miei nuovi parrocchiani mi seguono con le loro
preghiere”.
In Centro America in ricordo di Domenico e nel nome di Maria
Della stessa diocesi è anche Vitalba Falcicchio, 25 anni, insegnante alla scuola primaria. “Siamo stati, Domenico e io, - racconta - alla Gmg di Cracovia. Non potevamo non andare, visto che siamo consacrati alla Divina Misericordia, come altri 150 nella nostra parrocchia di san Giovanni Bosco, ad Altamura. Ci sentivamo a casa nostra, tenuto conto del nostro legame con papa Giovanni Paolo II e suor Faustina Kovalska. Fu un'esperienza per noi molto forte. Siamo anche dei musicisti. Ci chiamavano spesso a portare testimonianze. Fino al 19 luglio 2017”.
In quei giorni in diocesi c'erano i ragazzi polacchi che rendevano la visita dell'anno precedente. “Stavamo riportando la statua della Madonna di Fatima a Novoli – continua -. Ci fu un incidente. Non ricordo nulla. So solo che eravamo quattro in auto e due morirono. Uno era Domenico. Ora sono qua con un po' di malinconia, soprattutto perché i ricordi vanno ai giorni di Cracovia, ma questa è una Gmg mariana e volevo esserci a ogni costo. Il nostro primo incontro è legato a Maria: Eravamo al pellegrinaggio che si tiene in agosto ad Altamura, quando arriva la Madonna del buon cammino. La seconda volta che ci vedemmo fu per la recita di un rosario, in parrocchia”.
Tante sono le coincidenze nella vita di Vitalba, e molte legate a Maria. “Andrò anche a Lisbona e Fatima – prosegue - se la destinazione sarà confermata. A volte mi sento smarrita. Non so dove andare. Sono qui anche per chiedere a santa Maria di Antigua che strada intraprendere. Il Signore mi parla attraverso le persone che incontro”.
Vitalba è consapevole che la vita deve andare avanti, ma per venire qua a Panama ha dovuto rinunciare a una supplenza. “Fa lo stesso – conclude non poco commossa -. Al mio rientro sono certa che ce ne sarà un'altra”.
Andare oltre le apparenze. La realtà supera l'idea
Le condizioni trovate da diversi italiani nelle giornate vissute nella diocesi di Chitrè non sono sempre state le più semplici. Lontano
da Pnama city, ma anche nella capitale, si trovano abitazioni fatiscenti, alcune prive di acqua corrente ed energia elettrica. Ecco la riflessione di Sofia Mambelli di Forlì, 20 anni, che confida: “Quando sono arrivata nella famiglia che mi ha ospitato ho pensato “ma dove sono finita?” e mi sono fatta sopraffare dall’apparenza di ciò che avevo incontrato e visto. Solo in un secondo momento, entrando in contatto con le persone e vivendo la quotidianità insieme, sono riuscita davvero ad apprezzare quello che mi era capitato. Spero di riuscire a ricordarmi ciò che sto vivendo per evitare di giudicare di nuovo con apparenza”. Come dire, con le parole di papa Francesco, che “la realtà supera l'idea”, ed è molto migliore di come la interpretiamo.
Amici per sempre grazie alle giornate a Cracovia
Marco e Loris sono due ragazzoni che alla Gmg di Panama si fanno notare. Alla prima catechesi di mercoledì mattina a Casa Italia verso di loro non è mancata l'attenzione di chi non li conosceva. Marco, 25 anni, gestisce assieme alla famiglia, una tabaccheria a Grottaglie, mentre il 22enne Loris fa l'operaio nella raffineria dell'Eni a Taranto.
“Avevo finito il gemellaggio in Polonia nel 2016 – racconta Marco - e stavo andando a Cracovia con tutto il gruppo di Castellaneta per entrare nella settimana della Gmg vera e propria, mentre Loris arrivava in aereo direttamente a Cracovia. Non ci conoscevamo. Eravamo in pullman e stavamo aspettando un ragazzo, Loris, appunto. Lo dovevamo prendere perchè doveva trascorrere la
settimana successiva con noi. Quando salì ci guardammo e ci presentammo. Lui mi disse: “Da oggi saremo grandi amici”.
“Non chiedermi perché - aggiunge Marco -. Sono quelle cose che succedono senza un perché. Dopo esserci conosciuti in Polonia, in seguito ci siamo visti più volte in Italia. Abitiamo a Massafra e a Palagiano in provincia di Taranto. Sono due località molto vicine. Bastano 5 minuti di auto. Dal 2016 ci siamo fatti una promessa, quella di venire qui a Panama insieme. Questo è tutto. Ora posso dire Loris per me non è un amico. E' come un fratello”.
In regalo la croce italiana al presidente Varela
L'incontro che non t'aspetti. E' quello che è capitato due giorni fa, al termine della Messa inaugurale della Gmg lungo la Cinta costera, a Emanuele Fianco della diocesi di Palestrina. Si è trovato davanti al presidente del Panama, Juan Carlos Varela. Lo ha riconosciuto e salutato. Il presidente è rimasto colpito dalla croce che gli italiani portano al petto.
Dopo aver scambiato alcune battute con molta cordialità, visto l'apprezzamento del presidente per l'oggetto presente nello zaino dei pellegrini provenienti dal Belpaese, Emanuele se lo è tolto dal collo e lo ha donato a Varela, come ricordo degli italiani presenti a Panama city.
Dall'Emilia alla Gmg, una gioia contagiosa
Al termine delle giornate di gemellaggio a Chitrè, alcuni tra i 35 giovani partiti dall'Emilia Romagna hanno messo nero su bianco alcune riflessioni. Eccone alcune. Sara Semprini della diocesi di Rimini, classe 1996 dice che mi ha colpito “l’apertura sia delle
famiglie che delle comunità. Sono sempre pronti ad abbracciarti e sono sempre pieni di qualcosa da donare”. Gli fa eco Simone Baccarini di Forlì, nato nel 1992. “Per me il fatto significativo è girare per strada e salutare tutti - dice - vedere ragazzi delle altre nazioni mescolarsi, fare foto, salutarsi. Dare e ricevere un sorriso è bellissimo”. Massimiliano Bertozzi di Cesena, 23 anni. “Molti dicono grazie a noi per essere venuti qui. In realtà siamo noi che dobbiamo ringraziare loro che ci accolgono e che ci danno tutto ciò che hanno. L’aria di festa che si respira qua è unica ed è bellissima”. Sempre da Cesena, Martina Lombardi, 20 anni racconta che l'ha colpita “la nonna che ci voleva dare due dollari per il gelato, che ci ha preparato la colazione all’alba e che ha fatto di tutto per noi. Non basta una foto per racchiudere le sensazioni belle che si provano qui”. Anche Ilaria Alaimo, l'unica da Modena, classe 1998, esprime il suo grazie “perché alla partenza ero timorosa, ma quando siamo insieme nella gioia, non manca altro”. Daniele Cantarella da Reggio Emilia aggiunge che per lui “questa è stata un’avventura fatta da solo. Vi chiedo di fare in modo che sia speciale perché ho difficoltà a essere coraggioso. Ma sono convinto che ciò che rende una Gmg unica sono le relazioni con le persone”. Benedetta Strazzari, Imola, nata nel 2000, già alla sua seconda Gmg: “Chiedo a tutti di portare a casa la gioia che si prova qui perché possa essere contagiosa in tutte le parrocchie”. Mattia Pastori da Parma, 24 anni, fa una riflessione su ciò che rende felici: “Mi rendo conto che qui le persone hanno poco o niente e sono felicissime, mentre io a casa ho molto di più, ma a volte non riesco ad essere felice”. Per don Andrea Carubia di Forlì, 40 anni, “la Gmg è quello straordinario che ci può ricordare di come nell’ordinario abbiamo bisogno di accogliere persone ed essere a nostra volta coinvolti. Questa Gmg ci ricorda come noi abbiamo bisogno di incontrarci tra popoli, di comunicare, perché è li che è racchiuso Dio”. Joelle Boselli, alla sua quarta Gmg, classe '93 di Parma, dice: “mi trovo a condividere pareri e sensazioni con persone diverse. Un fatto mai scontato”.
Una coppia di sposi... diversamente giovane
Tra gli esordienti alla Gmg ci sono due coppie di sposi che giovani non sono più da non poco tempo. Leonardo Ivone e Sara Manghisi sono qui per festeggiare il loro 25esimo anniversario di matrimonio. Con loro ci sono le figlie Maria Chiara e Francesca. Vengono dalla diocesi di Conversano-Monopoli. Vivono a Castellana Grotte, in provincia di Bari. “Siamo a Panama per le nostre nozze d'argento. Dopo il viaggio in un lebbrosario in India che facemmo appena sposati, questa è un'occasione che non volevamo perdere in questo anno così particolare per noi. Il regalo più bello ricevuto in questi giorni è stata l'accoglienza della famiglia di Miguel che con sua moglie Rachele ci hanno ospitato come gente di casa nel loro appartamento in un grattacielo. E' stato tutto oltre ogni aspettativa”.
Angela e Michele, 18 nipoti, alla loro prima Gmg
A Panama con la famiglia di Leonardo c'è anche la sorella Angela, 55 anni, con il marito Michele Liuzzi, 58enne. Anche loro due sono alla prima Gmg. Alle spalle hanno 32 anni di matrimonio. “Siamo sempre stati impegnati in parrocchia – dice Angela che fa la segretaria della pastorale giovanile della diocesi di Conversano-Monopoli – e nelle ultime due Gmg abbiamo organizzato gli eventi per i giovani che rimanevano a casa. Questa volta mio fratello ha insistito perché venissimo per respirare un'altra aria. In effetti qui si respira un altro clima. Stando dentro a certi eventi si viene contagiati in positivo”.
La storia di Angela e Michele, 18 nipoti, non è stata sempre facile. “Un fratello di mio marito morì di overdose a 26 anni – aggiunge la signora -. Da allora mi impegnai moltissimo con una comunità terapeutica, al punto di arrivare a mettere mio marito da una parte. Il male si era travestito da bene. Dopo 25 anni di matrimonio la nostra vita di coppia rischiava la rottura. Per nostra fortuna, don Stefano Mazzarisi, il direttore dell'ufficio diocesano di pastorale giovanile, mi aiutò a riprendere in mano la mia esistenza. Da lì siamo rinati e adesso condividiamo tutte le scelte,anche se non siamo presenti entrambi”. “Ora ci siamo ritrovati – dice Michele -. Abbiamo sempre vissuto in parrocchia e abbiamo sempre avuto delle mete da raggiungere. Ora sperimentiamo l'amore per Gesù e per gli altri, un vero dono per noi. Questa inedita avventura alla Gmg è un momento di grazia, un sogno che si avvera. Ci sentiamo nuovamente amati da Dio”. “I giovani ci vogliono bene, anche quelli che sono qui – conclude Angela quasi con le lacrime agli occhi -. Vediamo in loro i figli che purtroppo non abbiamo avuto”.