martedì 5 marzo 2019
Oggi la pagina Facebook di Giovanni ha oltre 60mila followers e i suoi video vengono visti da oltre 500mila persone: «Ironizzare sui temi spirituali non è appannaggio di chi critica la fede»
Quanto si ride togliendo la polvere dai santi
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«Sul Web le cose semplici e pecorecce funzionano di più? È vero. Infatti la sfida consiste nel sapere rendere comprensibili e virali significati complessi, utilizzando la semplicità del linguaggio della rete». Giovanni Scifoni è un professionista del palcoscenico. Romano, 42enne, è attore, scrittore, commediografo e regista. Diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico, gira l’Italia con i suoi spettacoli, ha partecipato a programmi tv nazionali e ha avuto parti di rilievo in film e fiction Rai e Mediaset, compreso il ruolo del protagonista in Squadra antimafia.

«Eppure – spiega – il pubblico mi segue a teatro soprattutto grazie al Web, perché si è venuta a creare una comunità virtuale fatta di persone che mi ascoltano e aspettano di incontrarmi». Ormai da tempo si impegna a realizzare video che raccontano in due minuti la storia dei santi, con ironia e immediatezza. Un esperimento iniziato su Tv2000, quando il direttore di allora, Paolo Ruffini, chiese a Giovanni di proporre il "santo del giorno": «Ho iniziato, ma mi sentivo noiosissimo. Poi, una notte, ho svegliato mia moglie per chiederle cosa pensasse di Tommaso d’Aquino. Avevo capito di dover andare a svegliare i santi, togliendo loro di dosso quella polvere museale che si forma sui personaggi storici».

Oggi la pagina Facebook di Giovanni ha oltre 60mila followers e i suoi video, condivisi migliaia di volte, vengono visti da oltre 500mila persone. Tra queste c’è chi è credente, chi è in ricerca e chi si dice ateo ma divertito e interessato a queste originali storie di vita, raccontate con spassosa ironia, anche coinvolgendo la propria famiglia. «Sul Web funziona quando si parla direttamente con il pubblico, quando il comunicatore si mette in discussione. È lui che risponde ai complimenti e agli insulti, è lui che svela la sua vita per quella che è. Io sono credente e ho cercato di affrontare una piccola sfida: rivolgermi, idealmente, a un bambino ateo, con un linguaggio semplice e divertente. Non credo che ironizzare sui temi spirituali debba essere appannaggio di chi critica la fede».

Intanto, continua la sua attività in teatro: con lo stesso approccio Giovanni porta in scena Santo piacere dedicato al rapporto tra fede e sessualità (dal 18 al 24 marzo alla Sala Umberto di Roma) e Mani bucate, dedicato a san Francesco (il 27 aprile in scena nella Basilica superiore di Assisi). «Il teatro dà enormi soddisfazioni, la tv per me è stata il punto di inizio, non di arrivo. Oggi sta cambiando tutto, il Web prende uno spazio enorme nella comunicazione e anche noi attori dobbiamo inventarci palcoscenici nuovi per pubblici nuovi. Con il Web sei tu a crearti opportunità se fai cose di qualità essendo l’unico a farlo. Impiego tre giorni per realizzare un video da due minuti. Il futuro, anche in rete, è nella qualità dei messaggi».


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