Una visita nel nome della fratellanza, ma anche della verità storica. Un Papa coraggioso, che non ha paura perché sa che è la verità a renderci liberi.
Hayk Demoan,
direttore del Museo del Genocidio armeno, ha spiegato ad
Avvenire perché l’Armenia sta accogliendo Papa Bergoglio con tutti gli onori e perché prova nei confronti del Pontefice un sentimento di grande gratitudine.
Hayk Demoyan, Papa Francesco è in visita ufficiale in Armenia, che significato dà a questo evento?
Si tratta senza ombra di dubbio di una visita ricca di significato e fondamentale. Rivolge un messaggio al mondo intero, ma in particolare al popolo armeno. Come nel caso di quella del 2001 condotta da Giovanni Paolo II la possiamo definire "storica".
Uno dei momenti più importanti di questa visita è stata proprio la preghiera al Mueo del Genocidio armeno. Pensa che papa Francesco potrà ricevere nuovi attacchi dalla Turchia per questo gesto? Che significato e che valore hanno avuto le forti parole di condanna nei confronti del Genocidio armeno?
Papa Francesco ha parlato e continua a parlare come chi è dalla parte della verità. La verità ha un grandissimo potere, noi in Armenia diciamo sempre che è la verità che rende libere le persone. La Turchia dovrebbe seguire e ascoltare coloro che sono dalla parte della verità e della libertà, non della negazione e della falsificazione storica. Tra l’altro è piuttosto chiaro che la Turchia prende in considerazione solo la versione portata avanti dal governo di Ankara.
Questa visita potrebbe avere anche un risvolto politico. Come crede che il Pontefice verrà accolto nella regione, soprattutto in Azerbaigian dove andrà in settembre?
Noi accogliamo papa Francesco come capo della Chiesa Cattolica e persona rispettabile. Non ho nulla da dichiarare su come verrà accolto in Azerbaigian.
Ci può spiegare come il popolo armeno sta vivendo questi giorni e che cosa si aspetta dalla visita del Papa?
C’è una grande gioia nel vedere il Papa che viene in visita dalla popolazione cristiana più antica della Terra. Per questo molti di loro si sono mobilitati per assistere alle celebrazioni di Francesco a Erevan, Etchmiazdin e Gyumri.