Combattere la sofferenza economica delle famiglie e l’usura, rendendo più accessibile il credito. È tutta in questo obiettivo la ricetta anti-crisi messa in campo in Sicilia da Caritas e Regione con il microcredito per famiglie, lanciato durante un periodo «forte» come l’Avvento che avvicina al Natale. Uno strumento per quei nuclei familiari che non riescono ad accedere al credito bancario per mancanza di garanzie, ma che presentano potenzialità economiche tali da garantire la restituzione di un microprestito in pochi anni.La Regione investe 12 milioni di euro per 2.500 interventi iniziali, in base alle richieste che saranno selezionate e seguite da 50 enti no profit e dalla Caritas in tutta l’Isola. «Da gennaio avvieremo il microcredito per le famiglie, per dare risposte vere alle sacche di povertà – garantisce l’assessore regionale al Bilancio, Gaetano Armao, che ieri ha presentato l’iniziativa a Palermo –. Questo provvedimento entrerà in vigore contemporaneamente al microcredito per le imprese e servirà a far sentire le famiglie meno sole».Lungi dall’assistenzialismo, il microcredito è uno strumento di sostegno al reddito ma solo per spese in alcuni settori essenziali: casa, salute, istruzione, progetti di vita familiari volti a migliorare le condizioni sociali, economiche e lavorative. Le 50 tra associazioni, fondazioni e diocesi che faranno da tramite per raccogliere e scremare le istanze accompagnando le famiglie nell’espletamento delle procedure, vigileranno affinché siano rispettate queste finalità. «È la realizzazione concreta di qualcosa che pochi anni fa era un sogno – osserva don Sergio Librizzi, delegato regionale delle Caritas –. La situazione economica delle famiglie si aggrava. C’è chi pensa che iniziative come queste non creino sviluppo e indipendenza. Invece, è il modo di evitare un danno maggiore in un momento particolarmente difficile». Il singolo prestito non potrà superare i 6 mila euro, ma ogni famiglia potrà usufruire di più finanziamenti successivi, purché quello precedente sia stato estinto e per un massimo di 25 mila euro in totale. Unicredit è la banca che si è aggiudicata la gara per il servizio di tesoreria e sarà non solo il gestore del fondo di garanzia ma lo sosterrà finanziariamente. «Unicredit considera il microcredito un importante strumento di aiuto alle famiglie che si trovano in un momentaneo stato di difficoltà – sottolinea Roberto Bertola, responsabile per la Sicilia –. In tal modo è possibile, con i meccanismi del mondo bancario, combattere l’usura».È invece dal Giubileo per Napoli, indetto dal cardinale Crescenzio Sepe il 16 dicembre 2010 e ormai alla conclusione, che nasce il «Call center della solidarietà» presentato sempre ieri. «Un contributo per dare risposte a emergenze oggi ancora più sentite, non in supplenza delle istituzioni – precisa il cardinale – ma come Chiesa che sente il comando del Signore a stare con i poveri».Durante il percorso giubilare è emersa la presenza attiva di tante strutture che si occupano di persone sole, povere, in disagio, ma è apparsa evidente la scarsità di collegamento tra loro, con l’incapacità di un’azione comune. Una situazione che ha spinto Arcidiocesi di Napoli, Fondazione Vodafone, Regione Campania, Fondazione «In Nome della Vita» e la Cisl Campania a ipotizzare una forma di intervento nuova, coniugando la tutela della fasce a forte rischio di esclusione sociale con le più moderne tecnologie. Il progetto, attivo dal prossimo anno, segue le modalità note dei call center telefonici con la particolarità che sarà «un’informazione vera», come sottolinea Sepe, mettendo in rete una vasta gamma di servizi per offrire risposte ai problemi sociali più comuni attraverso percorsi di uscita dall’emarginazione e di autonomia personale. Chi dal 1° marzo 2012 chiamerà un numero verde – che sarà comunicato – potrà ottenere aiuto per ogni necessità quotidiana: accompagnamento, ricovero, assistenza previdenziale, cure mediche, orientamento legale, ospitalità notturna e diurna, ricerca di lavoro, segnalazione di emergenze sociali... «L’obiettivo – spiega Antonio Bernardi, presidente della Fondazione Vodafone – è realizzare interventi efficaci attraverso la costruzione e il coordinamento di reti solidali che coinvolgano tutti gli attori sociali. Siamo convinti che queste situazioni, se affrontate in maniera sinergica e in una cornice di responsabilità collettiva, potranno nel tempo restituire valore alle comunità».