Dopo oltre due anni di operatività il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre, istituito nel 2009 dalla Conferenza episcopale regionale per sostenere i lavoratori che hanno perso l’occupazione e che non beneficiano di nessun altro ammortizzatore sociale, è agli sgoccioli, con le casse ormai in esaurimento. La crisi economica, al contrario, si espande e provoca l’accrescersi della disoccupazione. In questi due anni la solidarietà dell’intera Umbria è stata straordinaria. Con 1 milione e 860mila euro raccolti, il Fondo ha sostenuto mensilmente 1008 famiglie con un contributo variabile dai 350 ai 500 euro sui dodici mesi.Per dare nuovo vigore a questa opera di solidarietà, i vescovi umbri hanno indetto in tutte le parrocchie delle rispettive diocesi una nuova colletta che si terrà domenica 18 dicembre. «La raccolta è cominciata direttamente dai vescovi umbri – ricorda il presidente dell’episcopato regionale, monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia – che hanno versato il proprio stipendio di un mese e hanno deciso di destinare una parte delle entrate delle diocesi per irrobustire questo Fondo di solidarietà. L’obiettivo di questa terza fase è quello di riuscire a raccogliere altri 500mila euro per aiutare le sempre più numerose famiglie nel bisogno, alle quali si aggiungono non solo coloro che hanno perso il posto di lavoro ma anche gli altri per i quali è scaduta la cassa integrazione, che non hanno trovato una nuova occupazione e che, quindi, sono nella condizione di non aver più nulla su cui contare. Il problema del lavoro continua ad avere un’attenzione particolare da parte della Chiesa umbra, visto il perdurare della crisi e le tante aziende che continuano a licenziare». Il Fondo di solidarietà opera attraverso le parrocchie e le Caritas diocesane, che assistono e indirizzano gli interessati nel presentare la domanda all’apposito Comitato regionale di gestione del Fondo, e che mensilmente consegnano il sussidio agli interessati. Una raccolta che, come nelle precedenti occasioni, coinvolgerà anche le istituzioni locali, quelle economiche, fondazioni bancarie e istituti di credito, mondo imprenditoriale e commerciale, associazioni di categoria. «Non c’è nessuno così povero da non poter aiutare un altro più povero di lui – ricorda monsignor Paglia – e questo gesto di solidarietà ci aiuta a capire che è urgente ripensare il proprio stile di vita, perché sia meno sprecone e più parco, meno consumista e più sobrio. Appare sempre più evidente che stiamo vivendo al di sopra delle nostre reali possibilità; dobbiamo rendercene conto e vivere, pertanto, in maniera più attenta e sobria». Elisabetta LomoroCHIESA, BANCHE, SINDACATI: ALLEANZA SOLIDALE A NORDESTSi rilanciano da parte delle diocesi e delle Caritas i Fondi di solidarietà e le altre forme di sostegno delle famiglie impoverite dalla crisi. Iniziative che hanno mobilitato nel Triveneto risorse per circa 4 milioni di euro. Per lunedì prossimo il vescovo di Vicenza monsignor Beniamino Pizziol ha convocato Confindustria, le altre associazioni imprenditoriali, le organizzazioni sindacali, gli istituti di credito, la Camera di Commercio e la Caritas per fare il punto e rinnovare l’esperienza dei gemellaggi tra famiglie: più di una cinquantina di nuclei familiari, infatti, hanno adottato genitori con figli che non riescono ad arrivare a fine mese. Pizziol e la Caritas vorrebbero che la nuova fase passasse tra le categorie economiche e le forze sociali. Nelle diocesi di Padova e Adria-Rovigo continua la collaborazione della Cassa di Risparmio del Veneto con le Caritas, per mantenere attivo il fondo di solidarietà pro-disoccupati. La CariVeneto ha anche devoluto alle Caritas le risorse destinate ai regali natalizi. In particolare saranno coinvolte le diocesi di Padova, Belluno-Feltre, Verona, Vicenza, Vittorio Veneto, Chioggia, Treviso e Adria-Rovigo. «La nostra banca vuole dare un segno concreto di sostegno al territorio. Abbiamo così deciso di optare per auguri sobri e di destinare le relative risorse ai progetti promossi dalle Caritas diocesane per famiglie e persone in difficoltà – sottolinea Giovanni Costa, presidente –. La gestione della nostra Cassa è incardinata sui valori del rigore e dell’attenzione. Vogliamo dare risposte innovative, in un momento in cui vengono chiesti sacrifici e azioni di solidarietà». Francesco Dal Mas
CATANZARO, UNA TAVOLA PER GLI ALIMENTI FRESCHISarà il cibo fresco ad alimentare il "circolo virtuoso" che l’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace vuole innescare per le famiglie più bisognose. L’arcivescovo Vincenzo Bertolone ha riunito in episcopio l’assessorato alle Politiche sociali del capoluogo, la fondazione Banco Alimentare onlus, la Caritas diocesana, la Camera di Commercio e alcuni imprenditori agroalimentari locali. Ne sono scaturite le basi di un’intesa per distribuire nelle case più provate dalla crisi gli alimenti di giornata ancora integri ma destinati a essere eliminati dai banchi dei negozi a causa delle leggi sui prodotti deperibili. Si tratta di generi non più vendibili, derrate vicine alla scadenza, cibi freschi in rimanenza a fine giornata, confezioni ammaccate: merce che finirebbe al macero e che invece verrà dirottata alle famiglie individuate dalla rete della Caritas, in una sorta di estensione del Banco Alimentare (117 enti convenzionati, 15.360 bisognosi assistiti in provincia di Catanzaro). Questa nuova rete promossa dall’arcidiocesi, ha sottolineato il direttore della Caritas locale don Dino Piraino, «permetterà di ottimizzare le energie e le risorse di ogni organismo, per venire incontro al crescente disagio di tante famiglie». Ma sarà anche, come rileva Bertolone, «uno stile che ogni parrocchia potrebbe adottare per venire incontro ai poveri». La rete potrebbe essere operativa da inizio 2012. Andrea GualtieriA ROMA I GRANDI CHEF PER LA MENSA DELLA CARITASRaccogliere fondi e offrire momenti di svago e divertimento alle famiglie in difficoltà. «Cinque chef per la Caritas» e «Famiglie al Bioparco», le due nuove proposte di solidarietà che la Caritas di Roma ha messo in campo per i più deboli, sono state presentate ieri mattina alla Cittadella della carità «Santa Giacinta» dal direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci, e dal sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno. La cena "gourmet", che l’Associazione «Amici della Caritas» ha organizzato ieri sera a favore della Caritas di Roma presso la Cittadella della Carità, è stata preparata da 5 chef per un parterre insolito, composto dagli abituali ospiti della Casa Accoglienza per senza dimora «Santa Giacinta» della Caritas di Roma insieme a un pubblico pagante composto da rappresentanti delle istituzioni e benefattori. Grazie all’iniziativa «Famiglie al Bioparco» invece famiglie con bambini dai 6 ai 12 anni che usufruiscono dell’Emporio della solidarietà, e quelle ospiti delle strutture Caritas «Casa di Cristian» e «Casa dell’Immacolata», per tutto il 2012 potranno accedere gratuitamente al Bioparco. Nel corso del 2011 la Caritas di Roma ha offerto 170 mila pernottamenti per 2.500 persone e ha garantito complessivamente circa 357 mila pasti. Graziella MelinaA MILANO IL PRIMO FONDO ORA CERCA LAVOROUn «salto di qualità». Si affida a queste parole il segretario generale del Fondo «Famiglia-lavoro» della diocesi di Milano, Luciano Gualzetti, per delineare il futuro del progetto nato da un’intuizione del cardinale Dionigi Tettamanzi. A distanza di tre anni dalla notte di Natale del 2008, quando l’allora arcivescovo lanciava la sfida, il Fondo chiuderà il 31 dicembre dopo aver raccolto quasi 14 milioni di euro e aiutato 6.500 famiglie toccate dalla crisi economica. Ma non sarà la fine dell’esperienza. Perché l’attuale arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, nel suo discorso alla città per sant’Ambrogio, ha chiesto di «dare continuità e sviluppo» all’iniziativa. «L’ipotesi – spiega Gualzetti che è anche vicedirettore della Caritas ambrosiana – è quella di un doppio binario: da una parte, confermare l’accompagnamento ai nuclei familiari in difficoltà; dall’altra, rispondere all’emergenza lavoro trovando risposte occupazionali concrete». Di fatto «nuovi strumenti» che si affiancheranno ai contributi a fondo perduto. In cantiere ci sono proposte di microcredito per iniziare un’attività e una collaborazione con le categorie economiche per favorire l’inserimento lavorativo. «Sappiamo bene che la crisi toccherà l’apice nel 2012 – conclude Gualzetti –. E la Chiesa ambrosiana sarà in prima linea con ulteriori forme di aiuto». Giacomo Gambassi