Le Dolomiti patrimonio dell’umanità, come da poco le ha proclamate l’Unesco. Ma anche luogo dell’esperienza credente, personale e comunitaria. Dell’incontro con Dio e con la sua Chiesa, nella bellezza della natura, nell’accoglienza delle comunità che abitano le 'terre alte'. Hanno preso il via ieri – su iniziativa della diocesi di Belluno- Feltre – gli esercizi spirituali itineranti sul Cammino delle Dolomiti. Nella seconda edizione, i settanta partecipanti sono guidati dal vescovo di Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich, da Alleghe a Cortina d’Ampezzo. Toccando Pieve di Livinallongo e passo Falzarego, i partecipanti stanno percorrendo le tappe 11 e 12 del Cammino delle Dolomiti, che ne conta in tutto trenta. Nonostante i duemila metri di dislivello da fare in salita e i disagi di uno stile che gli organizzatori hanno voluto mantenere spartano – la notte tra ieri e oggi i pellegrini sono stati ospitati nelle camerate della Caserma degli Alpini di Arabba – le iscrizioni hanno raggiunto il tetto massimo previsto per garantire all’esperienza la forte tensione spirituale che andrebbe a scemare nel caso di un gruppo troppo vasto. «Tensione spirituale alimentata dalle meditazioni del vescovo – dice il coordinatore diocesano per il Cammino delle Dolomiti Luigi Guglielmi – ma che è un aspetto sempre evidente lungo il percorso». Il Cammino delle Dolomiti è sorto dalla tenacia di un gruppo di laici che hanno creduto alle proposte del Sinodo diocesano, iniziato nel 2001 e chiuso nel 2006. Il Sinodo, «cammino insieme» per dar ragione all’etimologia, aveva auspicato tra l’altro un simbolo reale dello spirito sinodale: il «Cammino delle Dolomiti», appunto, che è diventato percorso, tabellazione, carta geografica appositamente stampata e soprattutto invito al pellegrinaggio. «Finora la gestione del 'Cammino' si è retta in buona parte sul volontariato ma sta diventando interessante anche per i tour operator, attratti da un percorso aperto a tutti che permette di avvicinare i luoghi dove più si rivela la natura e la cultura della montagna», prosegue Guglielmi. I pellegrini però hanno chiaro il loro stile e non si lasceranno prendere dalla mondanità e dalla superficialità che rischiano di contagiare a volte l’approccio alle terre alte. La Messa quotidiana, l’accoglienza dei parroci delle varie comunità toccate dal percorso, le due meditazioni al mattino e alla sera, la condivisione aiuteranno a creare una vera comunità di preghiera. « Salire è il tema del primo giorno, Seguire quello del secondo giorno, Pensare quello del terzo – spiega il vescovo Andrich –. Ci lasceremo guidare da brani del Vangelo di Luca, il Vangelo del prossimo anno liturgico, di cui una copia sarà distribuita a tutti». Prosegue il presule: «Il percorso spirituale si intreccia all’esperienza dell’ascesa in montagna, vissuta secondo la chiamata che Luca, evangelista missionario, propone a tutti». Nella busta consegnata a tutti i pellegrini anche un opuscolo con riferimenti ai santi venerati nella zona tra Alleghe e Cortina. Gli esercizi spirituali itineranti sono iniziati con il suono delle campane di Alleghe: nella chiesa parrocchiale sulle rive del lago il vescovo ha proposto venerdì mattina la prima meditazione. La salita ha visto una sosta nel piccolo paese di Laste dove il gruppo degli Alpini in congedo ha accolto i pellegrini e ha servito loro il rancio preparato con la cucina da campo. Oggi e domani sono i rifugi alpini a predisporre i pasti e l’accoglienza per i pellegrini. «Sono stati contentissimi di accogliere la proposta, nonostante questo voglia dire rifiutare la clientela occasionale per tenere riservati circa 50 coperti e posti letto», testimonia Guglielmi. La conclusione domani a Cortina d’Ampezzo, con la Messa delle 12 assieme alla comunità parrocchiale. Cammino delle Dolomiti: un’immagine degli «esercizi spirituali itineranti» dello scorso anno promossi dalla diocesi di Belluno-Feltre