«I cristiani perseguitati nel mondo sono i nostri martiri di oggi e sono tanti, possiamo dire che siano più numerosi che i primi secoli. Auspico che la comunità internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Auspico veramente che la comunità internazionale non volga lo sguardo da un'altra parte». Al Regina Coeli nel lunedì dell’Angelo il Papa è tornato sul tema che ha accompagnato i suoi interventi lungo tutta la Settimana Santa e anche nella domenica di Pasqua: «Deve continuare da parte di tutti – ha detto Francesco dopo la preghiera mariana davanti a migliaia di pellegrini in piazza san Pietro – il cammino spirituale di preghiera intensa, di partecipazione concreta e di aiuto tangibile in difesa e protezione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani». Raccomandando «vivere più intensamente questo periodo» di «leggere ogni giorno un brano del Vangelo in cui si parla dell'evento della Risurrezione» il Papa aveva svolto la sua riflessione sul senso della Pasqua e aveva invitato a ripetere più volte con lui «Cristo è risorto» e a immedesimarsi nei sentimenti di gioia di Maria echeggiati nella preghiera di mezzogiorno che fino a Pentecoste sostituisce l’Angelus: «. In realtà, la nostra gioia è un riflesso della gioia di Maria, perché è Lei che ha custodito e custodisce con fede gli eventi di Gesù. Recitiamo dunque questa preghiera con la commozione dei figli che sono felici perché la loro Madre è felice».
Papa Francesco al Regina Coeli. IL TESTO BENEDIZIONE URBI ET ORBI «Abbiamo il coraggio del perdono e della pace»
Pellegrini interiori tra i nuovi martiri di Francesco Ognibene
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Chiesa
La speranza della fede non è qualcosa che possiamo creare e gestire con le nostre sole forze, quanto piuttosto Qualcuno che viene a noi, trascendente e sovrano, libero e liberante per noi