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Papa Francesco ha rafforzato l’ufficio dei pm del tribunale dello Stato della Città del Vaticano. Lo ha fatto con la nomina a promotore di giustizia applicato dell’avvocato Gianluca Perone, professore associato di diritto commerciale presso l’Università di Roma Tor Vergata. Il giurista affiancherà quindi il promotore di giustizia Gian Piero Milano, il sostituto Roberto Zannotti e l’aggiunto Alessandro Diddi. Secondo l’ordinamento vigente il promotore di giustizia applicato viene nominato per un triennio «a fronte di specifiche esigenze» giudiziarie. Il Vaticano non ha dato informazioni a riguardo, ma è possibile che queste «specifiche esigenze» riguardino l’impegnativa inchiesta in corso Oltretevere sull’intricata vicenda della compravendita di un immobile a Londra con fondi a disposizione della Segreteria di Stato.
La nomina arriva mentre rimangono forti gli echi mediatici della rinuncia, sollecitata e accettata da papa Francesco, alla carica di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e ai «diritti connessi al cardinalato » del porporato - perché tale rimane - Angelo Becciu, già Sostituto alla Segreteria di Stato dal 2011 al 2018. Rinuncia annunciata con un improvviso, breve e drastico comunicato della Sala Stampa vaticana emesso la sera di giovedì scorso, dopo che il Pontefice aveva ricevuto in udienza il porporato sardo. Il cardinale Becciu in una conferenza stampa tenuta venerdì, pur ribadendo la sua fedeltà assoluta al Papa, ha professato la sua totale estraneità alle accuse di peculato che gli sono state contestate dallo stesso Pontefice sulla base di informazioni fornite dalla magistratura vaticana inquirente. Intanto alcuni organi di stampa, in primis L’Espresso con un articolo anticipato già la notte di giovedì, hanno lanciato pesanti accuse nei confronti del cardinale e in particolare su presunti favori che avrebbe fatto a tre suoi fratelli e sulla gestione non cristallina delle risorse finanziarie della Segreteria di Stato, comprensive dell’Obolo di San Pietro, quando era Sostituto.
A questo riguardo l’avvocato Ivano Iai, difensore dell’intero nucleo familiare ha comunicato ieri «di aver predisposto e rimesso agli accertamenti delle autorità competenti, su incarico e a tutela della famiglia Becciu due denunce per violazione delle disposizioni penali in materia di calunnia e diffamazione aggravata e di divieto di rivelazione di segreti d’ufficio e d’indagine».
Al momento al cardinale Becciu non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria. E comunque, perdendo i «diritti connessi al cardinalato », non gode più del privilegio di poter essere giudicato, previo assenso del Pontefice, solo dalla Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano, ordinariamente composta da tre cardinali.
Intanto dall’Australia arriva la notizia che oggi è previsto il ritorno in Italia, dopo l’assoluzione piena ottenuta in patria ad aprile per la accuse di abusi verso minori, del cardinale George Pell che notoriamente in passato, quando dal 2014 è stato prefetto della Segreteria per l’economia, ha avuto forti contrasti con il cardinale Becciu riguardo alla gestione delle risorse finanziare della Segreteria di Stato.