sabato 21 marzo 2015
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Inizierà il suo viaggio passando per «la porta della preghiera». Davanti a quella Vergine del Rosario che ogni giorno invoca, sgranando la coroncina. Poche decine di minuti nel Santuario di Pompei, la famosa cittadina degli scavi e della grande devozione mariana dove Francesco atterrerà questa mattina alle otto, arrivando in elicottero dal Vaticano. Eppure, come spiega ad Avvenire,  l’arcivescovo Tommaso Caputo, che lo accoglierà ai piedi della scaletta, l’importanza di questa sosta orante è inversamente proporzionale al tempo della sua durata. Eccellenza, qual è il significato della tappa di Pompei nel contesto della giornata napoletana del Papa? Francesco percorrerà la strada che ogni anno seguono milioni di pellegrini. Come loro si fermerà davanti all’Icona portata a Pompei da Bartolo Longo, nel 1875, in un intimo colloquio, breve ma intenso. Affiderà alla Vergine il suo viaggio a Napoli, in questa nostra terra così bella e difficile allo stesso tempo. Pompei sarà, dunque, «la porta della preghiera» di quello che si presenta come un unico pellegrinaggio attraverso le complessità e le realtà non facili di una città come Napoli. Preghiera, che è il modo migliore, se non l’unico, per aprire e assicurare all’umanità nuovi orizzonti di speranza. Come si è preparata la Chiesa di Pompei a questo incontro? Fin dal primo annuncio il nostro cuore ha esultato di gioia nell’attesa del Papa. Abbiamo subito ringraziato Dio e la Madonna per la grazia che ci donavano ed abbiamo intensificato le nostre preghiere per il Papa, così come lui chiede sempre durante i suoi incontri. Aldilà della preparazione materiale, delle cose che si devono comunque fare e che abbiamo fatto con estrema sobrietà, nello stile di papa Francesco, la preparazione che abbiamo scelto è stata la preghiera, personale e comunitaria. Per far sì che i nostri cuori siano pronti ad accogliere i doni che Dio vorrà elargirci con questa visita. Di papa Francesco è nota la devozione mariana, fin dai tempi in cui era in Argentina. A Roma visita spesso Santa Maria Maggiore e prega il Rosario tutti i giorni. Davanti alla Vergine del Rosario di Pompei lei si aspetta un messaggio particolare? La sua scelta di cominciare il viaggio a Napoli dal Santuario di Pompei è già essa stessa un messaggio. Ci dice che, in questa nostra vita così complicata e frettolosa, la cosa più necessaria è la preghiera, il raccogliersi nell’intimo del proprio cuore per parlare con Dio ed ascoltare quello che ci dice dentro. Tutti conosciamo la profonda devozione mariana di papa Francesco e noi pensiamo che egli, quando era Arcivescovo di Buenos Aires abbia visitato il santuario della Madonna di Pompei che si trova nella capitale argentina, al centro di un quartiere chiamato proprio 'Nuova Pompeya'. Pregando davanti alla nostra icona, il Papa certamente darà maggiore slancio alla diffusione del Rosario che è anche la preghiera del suo cuore come lui stesso ha detto più volte.  Il Papa è particolarmente attento ai poveri e alle periferie, che nella Supplica sono ben presenti. C’è anche un messaggio sociale in questa presenza del Papa a Pompei? Il beato avvocato Bartolo Longo, fondatore del Santuario, fin dal suo arrivo a Pompei nel 1872, ha avuto a cuore i poveri, gli ultimi e gli emarginati. Accanto al santuario di pietra egli ha eretto anche un santuario della carità, con le numerose opere sociali, che ancora oggi portiamo avanti grazie alle offerte dei fedeli ed al lavoro instancabile di sacerdoti, religiose, religiosi e laici. La nostra è davvero una 'chiesa in uscita', secondo la bella espressione di papa Francesco. Siamo certi che la sua presenza fra noi darà nuova determinazione al nostro impegno di carità. Cambia qualcosa in questa giornata in terra campana alla luce dell’annuncio di un Anno Santo straordinario della Misericordia? Pompei è stata fondata da un convertito, che ben conosceva, dunque, il valore delle misericordia di Dio. Bartolo Longo, poi, per amore dei carcerati, ebbe cura dei loro figli, fondando due ospizi per accoglierli, senza mai giudicarne i padri o le madri. Ancora oggi accogliamo ragazzi provenienti da contesti sociali a rischio. Inoltre, nel nostro santuario, ogni giorno la misericordia viene profusa a piene mani attraverso il ministero delle riconciliazione. I nostri 30 confessionali sono sempre pieni e c’è tanta gente in fila, desiderosa di incontrare il cuore di Dio che perdona. La convocazione del Giubileo della Misericordia ha avuto, quindi, qui una grande eco. Assieme al Papa, sabato, affideremo questo evento alla Madonna di Pompei, Madre di Misericordia, 'Avvocata nostra', come amava chiamarla Bartolo Longo.
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