Un «augurio di pace e di serena e solidale convivenza per tutti». Lo ha mandato a tutto il mondo musulmano il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, intervistato oggi dal canale "Al Jazeera Documentary". È la prima volta che un ministro vaticano parla ad una televisione araba, ed è l'occasione per rivolgersi all'intero mondo musulmano «con il canto degli angeli sopra la grotta di Betlemme: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli, e pace in terra a tutti gli uomini e donne di buona volontà"».Nel colloquio, realizzato nell'ambito di un documentario di un'ora che presenterà al mondo arabo il ruolo del Papa, del Vaticano e della Chiesa cattolica, Bertone si è soffermato sui rapporti tra la Chiesa e il mondo arabo, sul dialogo interreligioso, senza tralasciare le recenti polemiche italiane e il voto svizzero sui minareti.Di fronte alle polemiche sull'integrazione della minoranza musulmana nel nostro Paese, il segretario di Stato vaticano ha ricordato che, in Italia come in tutto il mondo, la Chiesa «difende i diritti di tutti, il diritto di vivere, il diritto all'istruzione, il diritto di associazione, i diritti di tutte le minoranze» sottolineando allo stesso tempo la necessità di «osservare le leggi dei Paesi di arrivo».«Se vado in Kuwait, devo osservare le leggi del Paese - ha detto il cardinale - Naturalmente, la difesa dei diritti delle minoranze vale per tutti, anche per le minoranze cristiane che si trovano in Paesi musulmani o non cristiani, e questo è un impegno che dobbiamo prendere tutti assieme».Per Bertone, «bisogna assicurare a ciascuno la sua libertà di culto, dialogando e lavorando assieme per aiutare chi ha più bisogno» perchè la Chiesa «promuove il bene delle persone senza distinguere la loro religione». Per Bertone, il voto svizzero che ha vietato la costruzione dei minareti è un «voto che nasce dalla paura, mentre le scelte di voto devono nascere da una prospettiva, da un obiettivo positivo». Il caso elvetivo, per Bertone, deve essere l'occasione per lanciare un rinnovato appello «ad una convivenza pacifica di tutti con tutti». Il cardinale ha anche ricordato l'importanza della presenza cristiana in Medio Oriente, minacciata dalle violenze, dalla riduzione dei diritti, dalle difficoltà economiche: «Proprio ieri ho ricevuto una telefonata dal patriarca iracheno Delly, in seguito alla nuova serie di attentati a Baghdad». «Noi - ha spiegato - esortiamo i cristiani arabi a restare, perchè svolgono una funzione positiva, anche se qualcuno può sbagliare», un concetto ripetuto anche «ai responsabili politici» dei Paesi arabi che vengono in visita in Vaticano. Quanto al dialogo tra l'islam e la Chiesa cattolica, il segretario di Stato vaticano ha sottolineato l'impulso positivo che ad esso è stato dato da papa Benedetto XVI, portandolo «ad un alto livello di dialogo teologico» e dando «un grande slancio» all'attività del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso.