Un momento delle celebrazioni per il sessantacinquesimo anniversario del sacerdozio di Benedetto XVI, il 28 giugno 2016 (Osservatore Romano)
La lettera, indirizzata a Massimo Franco, è arrivata ieri mattina “Urgente a mano” alla sede romana del Corriere della sera, dal Monastero Mater Ecclesiae, il luogo all’interno del Vaticano, dove il Papa emerito si è ritirato dopo la rinuncia cinque anni fa. Lo riporta Vatican News.
«Caro Dott. Franco, - scrive Benedetto XVI – mi ha commosso che tanti lettori del Suo giornale desiderino sapere come trascorro quest’ultimo periodo della mia vita. Posso solo dire a riguardo che, nel lento scemare delle forze fisiche, interiormente sono in pellegrinaggio verso Casa. È una grande grazia per me essere circondato, in quest’ultimo pezzo di strada a volte un po’ faticoso, da un amore e una bontà tali che non avrei potuto immaginare. In questo senso, considero anche la domanda dei Suoi lettori come accompagnamento per un tratto. Per questo non posso far altro – conclude Benedetto XVI – che ringraziare, nell’assicurare da parte mia a voi tutti la mia preghiera. Cordiali saluti, Benedetto XVI».
Il riconoscimento di una condotta esemplare tra Benedetto e papa Francesco
«Quel riferimento al "lento scemare delle forze fisiche", la confessione di essere "interiormente in pellegrinaggio verso Casa", con la c maiuscola, e il "grazie" ai "tanti lettori" del Corriere che continuano a chiedere di lui - commenta la missiva di Benedetto XVI Massimo Franco -: sono poche parole misurate, che però trasmettono una grande profondità». Il giornalista del Corriere della sera sottolinea «il riconoscimento di una condotta esemplare tra lui e papa Francesco in questi cinque anni. Una convivenza non regolata da nessuna legge; affidata soltanto al carattere di questi due personaggi così diversi, nonostante una sottolineatura, a tratti un po’ d’ufficio, della continuità tra i loro pontificati».
«Non era scontato che "due Papi" in Vaticano riuscissero a mantenere una personalità così distinta, senza per questo sovrapporsi o, peggio, trasmettere messaggi di divisione. Se per caso esistessero delle differenze - conclude Massimo Franco -, sono rimaste un segreto custodito tra di loro», (…) «un segno di forza spirituale e di umiltà, che sublima quando, rivolto a quanti continuano a interessarsi a lui, saluta con un tono quasi familiare: "Non posso fare altro che ringraziare"».
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