Fedeltà e perseveranza dovrebbero essere due capisaldi della vita dei frati. E nella stragrande maggioranza dei casi è così. Ma non mancano, anche in questo campo, le dolorose eccezioni. Che talvolta sfociano in veri e propri comportamenti gravi, quando non anche criminosi. Per questo proprio a "Fedeltà e perseveranza" è dedicata l'annuale Assemblea generale della Cism, la 57.ma della serie, che riunisce a Salerno, fino a venerdì 10 novembre, 120 superiori maggiori di tutti gli ordini religiosi presenti in Italia. Si è parlato ad esempio di casi di pedofilia, come prevenirli soprattutto e che cosa fare nel malaugurato caso si verifichino, con attenzione soprattutto alle vittime. Si è parlato di disagio affettivo o relazionale, che può capitare anche tra chi ha fatto voto di povertà, castità e obbedienza. E soprattutto si è cercato di prendere in esame l'accompagnamento e la possibilità di aiutare i soggetti a rischio, prima che i loro comportamenti causino danni ad altre persone.
Il comboniano padre Giuseppe Crea ha messo in guardia i confratelli da un approccio solo giuridico al problema: "Di solito un superiore maggiore per prima cosa cerca di regolare i comportamenti: bloccare o spostare". Ma questo non basta. "Oltre all'aspetto regolativo – ha detto il relatore -, c'è anche e soprattutto l'aspetto affettivo. Come in una famiglia, quando c'è qualcuno che ha problemi psichici, si fa quadrato intorno a lui, si chiama anche il medico, ma in special modo gli dimostra affetto e vicinanza, così deve accadere anche nelle comunità religiose". "Il primo luogo di guarigione – ha spiegato padre Crea - non è mandarli dallo psicologo, ma darsi da fare per creare un sistema di relazioni autentiche nei rapporti interpersonali".
In secondo luogo non bisogna stupirsi di fronte ai casi di disagio nella vita consacrata. "Nella storia ci sono sempre stati. Oggi però – ha proseguito il comboniano – il contesto culturale e anche l'uso a volte smodato dei social stanno facendo emergere picchi di contabilità malata, affettività sfasata e tutto un sottobosco di altri comportamenti trasgressivi che talvolta evolvono verso vere e proprie patologie gravi o gravissime". Attenzione, però. "Prima che i problemi esplodano, ci sono molti segnali che possono essere intercettati. E questo può e deve essere fatto con un adeguato accompagnamento". In altri termini, ha ricordato padre Crea, "bisogna pensare che la malattia evolve, che c'è un prima e ci può essere un dopo e che se tutto viene vissuto in un contesto di formazione permanente, può diventare occasione di crescita".
"In ogni caso – ha concluso il relatore – spetta al superiore maggiore e anche alla comunità un costante monitoraggio anche per evitare che il disagio si trasformi in qualcosa di molto più grave".
In mattinata il barnabita padre Orlando Manzo aveva affrontato il tema del passaggio di alcuni religiosi da un ordine a una diocesi. Casi che andrebbero normati in maniera più puntuale, ad avviso del presidente della Cism, padre Luigi Gaetani, e che richiederebbero maggior dialogo tra vescovi e superiori maggiori.
Forniti anche i numeri relativi alla presenza dei religiosi in Italia. Al 1° gennaio 2016 (ultimo dato censito) erano 19.005. Di questi 15.643 residenti in Italia, mentre i rimanenti 3.362 operano all'estero. Gli stranieri nei conventi italiani sono invece cresciuti dal 5 per cento del 1999 all'11 per cento del 2016. Si innalza anche l'età media: il 60 per cento va dai 60 agli 80 anni. Non diminuisce però l'impegno sul campo: sono 1.136 le parrocchie affidate a religiosi attraverso un accordo con l'Istituto e 147 a titolo personale. A ciò si devono aggiungere 665 santuari o chiese non parrocchiali, 477 oratori, 171 strutture pastorali, 89 centri di missioni al popolo e 207 case di spiritualità.
A conclusione della giornata i superiori maggiori si sono recati nella Cattedrale di Salerno, per la messa presieduta dall'arcivescovo Luigi Moretti. L'assemblea invece prosegue oggi e domani con gli interventi, tra gli altri, dell'arcivescovo José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e del vicegerente di Roma, monsignor
Filippo Iannone.